Più che “La Forza Gentile”, il leitmotiv che ritorna nell’operato dell’Amministrazione Abagnale è sicuramente “La Forza della Denuncia”. Secondo episodio in due anni dove la cittadina abatese dimostra un coraggio indomito nel fronteggiare la camorra. Dove la decisione del Sindaco di denunciare apertamente le minacce mafiose subite ha portato, questa volta, all’arresto di due emissari del clan Fontanella che cercavano di opprimere la libertà degli abatesi, chiedendo soldi e minacciando la serenità delle famiglie di chi non avesse ceduto alle estorsioni: “Non ho sbagliato nel riporre fiducia nelle Forze dell’Ordine e la giustizia ha fatto il suo corso. Grazie ai Carabinieri e alla Magistratura” commenta il Primo Cittadino, anch’ella vittima (indomita) di persecuzioni.
Ronde notturne e vigilanza privata per tutelare il lavoro degli imprenditori
Si chiudono con la vittoria della libertà settimane particolarmente buie per Sant’Antonio Abate, con tempi scanditi da grande tensione e un tessuto imprenditoriale protetto notte e giorno dalle ronde notturne dei Carabinieri e dalla costante presenza di auto della vigilanza privata davanti alle aziende minacciate dalla criminalità organizzata. Gli imprenditori locali hanno continuato a lavorare nonostante le intimidazioni, con un coraggio dimostratosi baluardo contro chi voleva imporre il proprio dominio attraverso minacce e soprusi. “Il continuo pattugliamento delle Forze dell’Ordine ha svolto un ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza, e di questo ringrazio anche il Comandante della nostra Stazione dei Carabinieri locale, Lucia Vanacore” dichiara il Sindaco Abagnale. E mentre l’intera comunità osservava con preoccupazione il susseguirsi degli eventi, arriva finalmente l’attesa notizia dalla Procura di Napoli: “I militari del Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di due persone gravemente indiziate del reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il clan camorristico Fontanella, operante in S. Antonio Abate e territori limitrofi.”
Abagnale: “non indietreggiamo, gli imprenditori hanno un’arma potente”
Gli indagati, mediante reiterate minacce, avrebbero richiesto ad imprenditori della zona – compreso al suocero del Sindaco stesso – la somma di un milione di euro per consentire loro di proseguire nella propria attività commerciale. Un’estorsione che, però, non ha sortito effetti se non lo sfoderamento dell’arma della denuncia: “Ancora una volta – dice Ilaria Abagnale – la tranquillità della comunità abatese era stata minata da chi, con minacce e soprusi, voleva imporre il terrore a Sant’Antonio Abate. Ancora una volta, il coraggio di chi vive nella Legalità ha avuto la meglio sulle pressanti richieste della camorra. E, ancora una volta, la mia famiglia è stata in prima linea, con l’arma più potente che gli imprenditori e le persone oneste hanno: la denuncia. Oggi – prosegue il Sindaco abatese – per Sant’Antonio Abate è un’altra giornata importante che segna un altro punto decisivo nella lotta contro le illegalità di ogni genere”.
La fiducia nei Carabinieri, al fianco di chi denuncia
Anche in un post pubblicato sul proprio profilo Facebook istituzionale, il Sindaco non si esime dal riconoscere il grande impegno delle Forze dell’Ordine nella difesa della cittadina: “Ringrazio l’Arma dei Carabinieri, il nostro Comandante Lucia Vanacore e la Magistratura – scrive – a nome di tutti i cittadini di Sant’Antonio Abate e di tutti gli imprenditori abatesi, che ogni giorno lavorano per far crescere la nostra comunità con sacrifici e impegno, nel rispetto di valori importanti come la Legalità”. Conclude, infine, con un appello rivolto ai suoi stessi cittadini, per i quali non è mancata di coraggio nel difenderli dai soprusi: “A chi, invece, in queste settimane ha vissuto i nostri stessi sentimenti di paura – conclude Ilaria Abagnale – chiedo di fare un passo avanti, di non indietreggiare, di denunciare, di avere fiducia nelle Forze dell’Ordine e nella Magistratura: lo Stato c’è ed è sempre accanto a chi denuncia. E la risposta è decisa, severa e immediata”.
La lezione che ci lascia l’episodio è chiara: la denuncia è l’arma più potente contro la criminalità, e il coraggio di pochi può fare la differenza per molti. Per questo motivo, il Sindaco di Sant’Antonio Abate, così come i suoi colleghi che hanno difeso a pugno duro le proprie città, è e resterà un esempio di integrità per un popolo che crede ancora in una società libera dalla paura e dall’oppressione.
Sofia Comentale