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Frati arrestati per violenza sessuale: inchiesta sul “giro” di ragazzi abusati

Frati arrestati per violenza sessuale: inchiesta sul “giro” di ragazzi abusati

La comunità religiosa del Napoletano è scossa da un grave scandalo che coinvolge due frati, Nicola Gildi e Domenico Silvestro, arrestati per violenza sessuale e rapina aggravata. L’inchiesta ha portato anche all’arresto di altre quattro persone, tra cui due imprenditori di Afragola, ritenuti complici nella rapina.

I due frati sospesi dagli incarichi: in sei sono finiti in manette

Nicola Gildi, attualmente presso il Convento di Santa Maria Occorrevole di Teano, e Domenico Silvestro, parroco della Basilica Pontificia di Sant’Antonio da Padova di Afragola, sono stati sospesi dai loro incarichi. Insieme a loro sono finiti in manette due imprenditori di Afragola, Giuseppe Castaldo, 54 anni, e Antonio Di Maso, 43 anni, accusati di aver pianificato la rapina dei cellulari delle due vittime e di aver contattato gli esecutori materiali del colpo, Danilo Bottino, 21 anni, di San Vitaliano e il suo complice Biagio Cirillo 19 anni di Marigliano, entrambi vicini al clan Castaldo che controlla la zona di Marigliano.

Per coprire gli abusi sessuali organizzata una rapina

L’inchiesta, salita alla ribalta delle cronache nazionali, ha rivelato che uno dei frati aveva appunto chiesto aiuto a un imprenditore amico per organizzare una rapina. L’obiettivo era impossessarsi dei cellulari di due persone che avevano subito abusi sessuali dai frati e che custodivano prove incriminanti nei loro dispositivi. “Carissimo – scriverà poi uno dei frati – sono mortificato perché mai avrei voluto che si giungesse a questo. Ti chiedo perdono e ti assicuro la mia preghiera“.

La rapina “anomala” ha scoperto tutto il torbido giro di ricatti, orge e violenze

Il 26 aprile scorso, i giovani rapinatori hanno fatto irruzione nell’abitazione delle vittime armati di mazza e coltello, ma non sono riusciti a prendere tutti i cellulari, permettendo alle vittime di denunciare tutto ai carabinieri e consegnare le prove degli abusi.

L’indagine dei carabinieri della stazione di Afragola, coordinata dalla Procura di Napoli Nord, ha rivelato un sordido intreccio tra fede, sesso, ricatti e criminalità organizzata. Tra gli indagati c’è il familiare di un boss della malavita locale, che ha orchestrato la rapina con i due giovani di Marigliano e San Vitaliano.

In cambio di generi alimentari, sigarette e lavori nei conventi: la vittima sotto ricatto sin dal 2016

Le indagini hanno svelato che i rapporti tra una delle vittime e uno dei frati erano iniziati nel 2016 tramite un’app per incontri. In cambio di generi alimentari, sigarette e lavori nei conventi, la vittima è stata costretta ad avere rapporti sessuali con il frate, anche nei monasteri di Roccamonfina, Teano ed Afragola.

La vittima ha inoltre raccontato di essere stato costretto a organizzare orge nella sua abitazione, sotto minaccia. “Mi ricattava – ha raccontato la vittima ai carabinieri – altrimenti non mi avrebbe più aiutato. Circa una volta al mese i ragazzi che venivano a queste orge venivano invitati con le app di incontri. Pagavo poi io i ragazzi per lui con somme di denaro intorno ai 50 euro”.

Accuse confermate da un ex frate: incontri avvenuti anche nei conventi di Roccamonfina, Teano

L’ex frate Francesco, noto per un episodio del programma Le Iene che lo aveva spinto a lasciare la tonaca, ha confermato le accuse delle vittime. Ha raccontato che la vittima era costretta ad avere rapporti sessuali per ottenere assistenza personale, spesa e medicine. Gli incontri avvenivano anche nei conventi in provincia di Caserta e Afragola. “La vittima mi ha raccontato che per avere gli aiuti economici e i generi alimentari era costretto ad avere rapporti sessuali con padre Mimmo”, ha spiegato l’ex frate. “Lui era costretto a compiere questi rapporti, perché se non acconsentiva non gli veniva fornita assistenza personale, spesa, medicine”.

Rapporti di gruppo organizzati tramite app di incontri come “Ciao Amigos” e “Tinder”

Le indagini hanno anche scoperto che i frati partecipavano a rapporti di gruppo organizzati tramite app di incontri come “Ciao Amigos” e “Tinder“, spesso all’interno dei conventi. Le conversazioni intercettate e le testimonianze hanno dipinto un quadro raccapricciante di abusi e sfruttamento, che hanno portato all’arresto dei frati e dei loro complici. L’inchiesta è ancora in fase preliminare, ma le prove raccolte sembrano lasciare poco spazio all’immaginazione.

Questo scandalo ha gettato un’ombra oscura sulla comunità religiosa locale, evidenziando come, dietro una facciata di devozione, potessero celarsi comportamenti criminali e immorali.

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