Questa estate tornano i riti settennali a Guardia Sanframondi. Storia e origine di una manifestazione unica al mondo

Tra sacro e profano dal 19 al 25 agosto si svolge il Rito Settennale di Guardia Sanframondi, in provincia di Benevento, la processione dei flagellanti e “battenti”

Questa estate tornano i riti settennali a Guardia Sanframondi. Storia e origine di una manifestazione unica al mondo

Tra sacro e profano dal 19 al 25 agosto si svolge il Rito Settennale di Guardia Sanframondi, in provincia di Benevento, la processione dei flagellanti e “battenti”. Il rito in onore della Madonna Assunta, coinvolge migliaia di fedeli, uomini e donne di ogni età estrazione sociale, vestiti con tuniche bianche legate ai fianchi da una corda, incappucciati, sfilano per le strade del paese, percuotendosi il petto, fino a farlo sanguinare, con una “spugna”, un tappo di sughero con 33 punte di spilli . “Non si prova dolore – ha disse, la volta scorsa, uno dei partecipanti – è un atto di fede e devozione alla Madonna”. Il corteo dei Misteri. Il corteo, preceduto da bambini è composto da quadri raffiguranti scene bibliche, interpretai da oltre duemila persone e dai Penitenti con saio bianco, cappuccio ad occhiaiae occhi liberi e dai cittadini del piccolo centro e dei paesi confinanti con Guardia Sanframondi che conta poco più di cinquemila abitanti. I riti durano una settimana, a partire dal lunedì successivo a Ferragosto.

Il rito settennale, è religioso – ha detto il parroco Giustino di Santo, presidente del Comitato dei Riti – e anche di appartenenza vede, infatti, impegnati i quattro rioni del borgo medievale che domina dall’alto l’intero Sannio settentrionale con incantevoli panorami e il castello, uno dei caratteristici monumenti del luogo. Si tratta di una devozione antichissima verso una statua lignea che raffigura la Vergine con in braccio il Bambino Gesù, venerato sotto il titolo di “Madonna dell’Assunta”.

I Riti settennali di penitenza in onore dell’Assunta di Guardia Sanframondi sono tra gli ultimi rituali di penitenza collettiva dell’Occidente – commenta Marino Niola, professore di antropologia. Un’intera comunità recita ogni sette anni un toccante mea culpa. Oltre mille fedeli biancovestiti, coperti da un inviolabile anonimato, si battono il petto in onore della Madonna Assunta. L’evento risale a quattro secoli fa, quando l’immagine della Madonna cominciò a essere portata in processione in occasione di eventi calamitosi, come guerre e carestie. Dopo la seconda guerra mondiale, si svolge ogni sette anni.

I Disciplinanti, disposti per due per ogni fila, sono chiamati cosi, perché fanno uso di un antico strumento di penitenza la ‘disciplina’ che consiste in un gruppo di strisce metalliche, unite da una catenella con le quali si percuotono le spalle per circa otto ore, incoraggiandosi a vicenda al grido: “Fratelli, in nome di Maria, con forza e coraggio, battetevi”. Essi sono muniti di bottiglie di vino bianco per disinfettare le ferite e non far coagulare il sangue e hanno anche il compito di un vero e proprio ‘servizio d’ordine’, facendosi largo tra gli spettatori, che nelle stradine anguste del centro storico possono eventualmente ostruire il passaggio del corteo. Presumibilmente molti disciplinanti che sfilano durante le processioni infrasettimanali dei rioni sfileranno come battenti nella domenica successiva, giorno clou quando si porta in processione la statua dell’Assunta.

Alla settimana di manifestazioni partecipano molti guardiesi emigranti, rientrati per l’occasione e televisioni e giornali italiani e esteri.

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