Madonna a Pompei e premonizione del Capitano Mariani

Una sorta di connubio fra la superstar e la città del Santuario dedicato alla Vergine del Rosario, c’era già stato, seppur molto “sui generis”. La cantante era recentemente “apparsa” proprio in un libro ambientato a Pompei: “Mala fede”, del giornalista e scrittore Giovanni Taranto

Madonna Louise Veronica Ciccone festeggia negli scavi di Pompei il suo sessantaseiesimo compleanno e la stampa di tutto il mondo ne parla. Il sedici agosto l’arrivo della diva nel sito archeologico per una visita privata blindatissima, e tanto di corteo di van neri con vetri oscurati.

Ma, in realtà, una sorta di connubio fra la superstar e la città del Santuario dedicato alla Vergine del Rosario, c’era già stato, seppur molto “sui generis”.

La cantante, idolo delle folle di tutto il mondo, infatti, era recentemente “apparsa” proprio in un libro ambientato a Pompei: “Mala fede” (Avagliano editore), del giornalista e scrittore Giovanni Taranto.

Dica la verità, Taranto: il suo Capitano ha avuto una premonizione? Una soffiata dai servizi segreti? O una illuminazione dall’alto? Non sembrerebbe strano, viste alcune atmosfere che coinvolgono l’intelligence e altre che sfiorano il mistico e il paranormale in questa terza indagine di Mariani…

Il Capitano non rivelerebbe mai la sua fonte confidenziale. – sorride l’autore – Però non fantastichiamo troppo. È vero: Madonna, la cantante, compare in “Mala fede”, proprio nelle primissime scene del giallo. La sua è una apparizione molto breve e caratterizzante, con tanto di citazione di uno dei suoi successi più famosi. Del resto le indagini del Capitano Mariani sono ambientate negli anni ’90, quando la Ciccone era all’apice del successo. Ma meglio non svelare altro…

In realtà chi conosce bene Giovanni Taranto non si è stupito affatto di questa citazione: si dice di lei che abbia avuto un passato molto vicino al mondo della musica e delle discoteche.

È vero: per anni il mio posto è stato dietro una consolle. Prima in radio, con gli esordi a Radio City 2000, poi in varie discoteche, come deejay di sala, a mixare per ore e ore i successi di allora. A quei tempi non c’era l’ausilio della tecnologia digitale. Dischi “veri”, consolle analogica e piatti Technics. Si provava per pomeriggi interi per arrivare ad avere mixaggi perfetti e coinvolgenti. Oggi fa quasi tutto il computer.

Torniamo alla visita di Madonna a Pompei. Lei non ce la conta giusta. Ci sono troppe altre coincidenze nel libro: la cantante è stata spesso ritratta con parure di brillanti. E in “Mala fede” la Ciccone appare quando si parla di un clamoroso furto di gioielli.  Ci sono foto famose della superstar con addirittura un’aureola di pietre preziose. E nel suo libro si parla dell’aureola della Vergine del Rosario. La diva americana è arrivata con numerosi van neri con vetri oscurati. Ne è scesa con un lungo abito bianco. Nel suo libro si ripete la scena di un corteo identico, proprio sulla medesima strada di Pompei. E, guarda caso, ne scende una figura famosissima con un lungo abito bianco…

Straordinario, vero? E pensi che entrambe hanno cambiato nome per esigenze di carriera. Però il contesto non è esattamente quello. Non posso rivelare i dettagli, per non rovinare la lettura a chi ancora non si sia tuffato in quel giallo. Però devo ammettere che i paralleli sono molto suggestivi.

Talmente suggestivi che nel libro si ripete anche la situazione che si è verificata il sedici agosto a Pompei, quando in città ci sono state contemporaneamente due Madonne universalmente note: quella venerata da tutto il mondo cattolico e quella adorata dai fans.

È vero solo in parte che la situazione sia identica. In realtà nel mio romanzo le Madonne sarebbero tre. Una sola canta. Un’altra scompare come per magia e la terza appare dal nulla. Una di queste ultime due, vola. Proprio come ha fatto la Ciccone per venire dagli Usa a Pompei. Ma di sicuro la cantante ha viaggiato più comoda. E hanno anche un’altra cosa in comune: entrambe hanno cambiato volto nel corso degli anni. Diciamo che in ambedue i casi c’è stato un restauro. – ride – Ma, in seguito, per la protagonista principale delle vicende del romanzo c’è stato anche un altro cambiamento, che coi miracoli della chirurgia estetica non ha nulla a che fare…

E ovviamente non ci può rivelare di più, lo abbiamo capito. Troppi segreti. Ma sembra la ricetta perfetta per fare di “Mala fede” il giallo dell’estate. A proposito di segreti: come mai i servizi segreti compaiono così spesso nei suoi romanzi? Ha avuto spesso a che fare con loro nella sua quarantennale carriera di giornalista di nera e di cronaca investigativa?

Effettivamente in diverse occasioni l’intelligence fa capolino più o meno prepotentemente nelle vicende che poi vedono coinvolto il Capitano. Succede, quando i casi assumono una certa rilevanza. La realtà è questa. Non si tratta di artifici romanzeschi. Nel mio primo giallo, “La fiamma spezzata”, un ruolo importante lo ha il Sismi, e si teme anche l’attività di servizi deviati. In “Requiem sull’ottava nota” si può intuire che da lontano i servizi seguono le vicende della mafia vesuviana. In “Mala fede” entra in scena l’intelligence del Vaticano. Ma in quanto alla sua ultima domanda – sorride –  riguardo al fatto che io abbia avuto o meno a che fare coi servizi segreti, le rispondo come Tom Cruise nei panni del tenente Pete “Maverick” Mitchell, in Top Gun: “È un’informazione riservata. Potrei dirglielo ma poi dovrei ucciderla”.

Quindi dobbiamo aspettarci di vedere ancora intrecciarsi le indagini di Mariani con l’attività dell’intelligence?

Non voglio sembrare monotono, ma non posso rivelare troppo…

Il che ci autorizza a pensare che non sia un “no” e che forse ritroveremo qualcosa del genere anche nei suoi prossimi romanzi. Il quarto è atteso per il 2025. Intanto, come va l’estate del Capitano?

Molto bene. Mariani indaga sempre, e attualmente è al lavoro sul suo quinto caso. Da settembre prenderà il via una serie di riunioni esplorative per sondare la possibilità di una trasposizione in video delle sue indagini sul medio-lungo periodo. E poi riprenderanno a pieno ritmo le presentazioni in tutta Italia, dal profondo Nordest al Nordovest, al Centro, e come si dice, isole comprese.

Tantissimi impegni. Ce la fa a stagli dietro?

Come direbbe il Capitano “…ce vorrebbe ‘na giornata de quarantott’ore”.


“Mala fede” – Avagliano editoreCollana: I Corimbi  ISBN: 978-88-8309-447-7  Pag.400  € 20,00

Nella terra in cui le viscere del vulcano celano fiumi di magma, un altro fuoco arde, sotterraneo. È quello violento e malvagio della vendetta, covata a lungo da un gruppo di misteriosi individui decisi a colpire al cuore uno dei centri più sacri della fede vesuviana. Un piano diabolico, studiato nei minimi dettagli, per sottrarre un oggetto-simbolo caro a milioni di fedeli, oltraggiarlo e distruggerlo in nome di una perversa devozione all’oscurità più profonda. Eventi apparentemente inspiegabili e segnali inquietanti si intrecciano gettando sull’intera vicenda l’ombra del soprannaturale, fino al compimento del crimine nel modo più clamoroso e inspiegabile. Ad agire sono stati uomini o qualcosa arrivato dagli abissi del male? Sarà la razionalità del capitano Mariani a dover arginare il panico e trovare il bandolo di una matassa che mescola misteriose sette e criminalità comune, agenti del Vaticano e incursioni della camorra. Con la Pm Clara Di Fiore, gli uomini del Nucleo Operativo e l’amico nerista Gianluigi Alfano, il detective dell’Arma dovrà fare luce su un duplice anomalo rapimento, fatti di sangue e il furto d’arte del secolo, spingendosi fin quasi a un incidente internazionale. Un giallo che esplora la presenza del satanismo a Napoli e nel Vesuviano, e allo stesso tempo punta un faro sul rapporto distorto delle mafie con la religione. Un romanzo che propone anche un’attenta narrazione di eventi reali che hanno segnato il profondo percorso di fede e nuova conversione di Bartolo Longo, una delle figure più carismatiche del cattolicesimo vesuviano, il cui passato oscuro è ignoto ai più.

Pasquale Cirillo Jr

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