“A quale titolo la dottoressa Boccia ha usufruito di servizi e mezzi dello Stato non avendo alcun ruolo negli organici dello Stato e tantomeno del Ministero della Cultura? Chi si è reso responsabile nel Ministero della Cultura dell’accreditamento della dottoressa Boccia presso uffici e articolazioni dello Stato e nelle organizzazioni di eventi letterari finanziati con soldi pubblici? Come è stato possibile che la dottoressa Boccia sia venuta a conoscenza di informazioni e documenti riservati e comunque coperti dal segreto d’ufficio come le mappe per la visita dei ministri della Cultura del G7 a Pompei, ponendo un problema serio di sicurezza?”.

Sono le domande contenute nell’esposto presentato dal portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, alla Procura di Roma. Bonelli chiede, inoltre, “quali altri documenti e informazioni dispone la dottoressa Boccia? Quali informazioni istituzionali il ministro Sangiuliano ha comunicato alla dottoressa Boccia in virtù del suo rapporto privato con la stessa?

Tutto ciò premesso – conclude – il sottoscritto nella sua qualità di Deputato della Repubblica italiana, segnala all’Illustrissimo Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma i fatti e i comportamenti sopra illustrati, affinchè si compiano tutte le legittime indagini e ne venga valutata la eventuale rilevanza penale, perseguendo i soggetti che dovessero risultare responsabili per gli eventuali delitti previsti dall’ex art.314 bis c.p., dall’ex art.326 c.p.e per tutti quei reati che nei fatti esposti dovessero essere ravvisati”, ovvero i reati di peculato e rivelazione di segreto d’ufficio.

A Bonelli, infatti, “pare evidente che l’ospitalità concessa al ministro e alla dottoressa Boccia da parte di amministrazioni locali e società organizzatrici di festival sia avvenuta in virtù del fatto che la dottoressa Boccia sia stata presentata come membro dello staff del ministro e che questa ospitalità non avrebbe potuto essere concessa in qualità del “rapporto privato” tra il ministro e la dottoressa Boccia perchè ci troveremmo di fronte ad una chiara forma di distrazione di fondi come previsto dall’art.314 bis del Codice Penale” che riguarda il reato di peculato, appunto.

“Durante le ultime ore, nelle sue stories su Instagram, Maria Rosaria Boccia scrive due cose. La prima: “io non ho mai pagato nulla. Mi è sempre stato detto che il Ministero rimborsava le spese dei consiglieri, tant’è che i viaggi sono sempre stati organizzati dal capo della segreteria del Ministro”. La seconda, in merito al G7 della cultura a Pompei: “Davvero non abbiamo mai fatto riunioni operative? Non abbiamo mai fatto sopralluoghi? Non ci siamo mai scambiati informazioni?”, riporta ancora l’esposto presentato da Bonelli.

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