A metà ottobre 2024 si terrà una delle più grandi esercitazioni di Protezione Civile mai organizzate per il rischio vulcanico nei Campi Flegrei.
Nelle ultime settimane sono migliaia le ricerche in internet che includono la domanda: “dove scappare in caso di eruzione dei Campi Flegrei”. A rispondere, è il Dipartimento della Protezione Civile nazionale, che ha programmato l’evacuazione della popolazione campana dalla zona rossa. Lo scenario vedrà il passaggio dall’attuale allerta gialla (livello di attenzione) all’allerta arancione (pre-allarme) e infine all’allerta rossa (allarme), che comporta l’evacuazione totale. Sono sette i comuni ad esserne coinvolti: interamente Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto, e parzialmente Napoli, Giugliano in Campania e Marano di Napoli. Tutte aree densamente popolate che ospitano circa 500.000 persone.
Si avranno 72 ore di tempo per raggiungere le regioni gemellate
Le simulazioni, che si terranno nella seconda settimana di ottobre, seguiranno un modello già sperimentato con successo nell’esercitazione “Exe Flegrei 2019”. Interesserà circa 280.000 veicoli che dovranno lasciare l’area nel giro di 72 ore, demandando un impegno logistico imponente che metterà alla prova la capacità delle autorità locali di gestire un’emergenza su larga scala.
All’esercitazione prenderà parte l’intero sistema di Protezione Civile, delle Forze dell’Ordine, dei Vigili del Fuoco, del 118 e di altre agenzie che opereranno congiuntamente per garantire una risposta tempestiva ed efficiente in caso di un’eruzione vulcanica. I volontari, che simuleranno invece gli sfollati, verranno trasportati verso le aree di accoglienza previste dal piano di evacuazione aggiornato, ovvero nelle regioni gemellate. Qui, una volta arrivati, potranno scegliere tra soluzioni abitative autonome o l’accoglienza in strutture predisposte.
Aggiornato l’intero piano di evacuazione per evitare congestioni
Il piano di evacuazione dei Campi Flegrei, recentemente aggiornato e approvato dal Comune di Napoli il 4 settembre 2024, prevede la divisione della città in 1097 sezioni censuarie, ognuna delle quali è stata assegnata a un cancello di uscita prioritario. Questo sistema permetterà di gestire in modo ordinato l’evacuazione dei circa 200.000 abitanti della zona rossa napoletana nel caso di un’allerta rossa, che segnala l’imminente rischio eruttivo. L’evacuazione si svolgerà nell’arco di 48 ore, con i primi 12 cruciali per organizzare le forze di intervento e bloccare gli accessi non autorizzati.
A cosa servono le sezioni censuarie? A garantire che ogni area venga evacuata in sicurezza nel minor tempo possibile. Difatti, il piano prevede che i residenti di Pozzuoli nelle zone di via Pisciarelli e via Napoli, che condividono le vie di fuga con i cittadini di Bagnoli e Fuorigrotta, siano i primi a lasciare la zona, utilizzando i gate di Agnano e Italia ‘90 sulla Tangenziale di Napoli. Successivamente sarà la volta dei residenti di Bagnoli e Fuorigrotta.
Vie di fuga e modalità di allontanamento
Il piano stabilisce anche l’organizzazione delle vie di fuga e dei cancelli di uscita, tra cui 8 gate principali situati sulla Tangenziale e in via Marina, oltre a un nono alla Stazione Marittima per permettere l’evacuazione via mare degli abitanti di Posillipo. Ogni cittadino avrà l’opzione di allontanarsi autonomamente con il proprio mezzo, raggiungendo le aree di attesa predisposte, oppure potrà usufruire dell’allontanamento assistito tramite i pullman messi a disposizione dall’ANM, con una flotta di 250 autobus e 750 autisti pronti a entrare in azione. Le navette condurranno le persone evacuate verso le aree di incontro, in modo da garantire il flusso ordinato dei veicoli e delle persone, minimizzando il rischio di congestione.
Quando iniziare a muoversi? Ce lo dicono le varie fasi di allerta
L’esercitazione prevista per metà ottobre 2024 sarà un’importante prova di gestione dell’emergenza. Durante la simulazione, verranno ricreati i passaggi critici che accompagnano il passaggio dall’allerta gialla (attuale fase di attenzione, dove non bisogna far nulla oltre che attendere) all’allerta arancione (pre-allarme) e infine all’allerta rossa (allarme). In fase di pre-allarme, i cittadini che hanno una sistemazione autonoma al di fuori della zona rossa potranno iniziare a spostarsi autonomamente. Non si potrà rientrare in casa, fino a quando non si tornerà alla fase I di allerta gialla. Una volta decretata l’allerta rossa, l’evacuazione diventerà obbligatoria per tutti i residenti della zona a rischio, nell’arco di 72 ore.
L’attenzione è alta: saranno evacuati anche le carceri e le RSA
La simulazione sarà un’occasione per testare le procedure di evacuazione, inclusa la gestione di situazioni complesse come l’allontanamento di persone dalle RSA, dalle carceri e da altre strutture sensibili. Come sopra già esplicato, i volontari che parteciperanno simuleranno gli sfollati, viaggiando lungo le vie di fuga designate e raggiungendo le aree di accoglienza (o abitazioni autonome, qualora se ne fosse in possesso).
Una buona notizia: dimezzato il sollevamento del suolo
Fortunatamente, oltre all’organizzazione delle esercitazioni, arriva una buona notizia dall’Osservatorio Vesuviano dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) su base delle recenti pubblicazioni riguardo al bradisismo dei Campi Flegrei. Negli ultimi mesi, il sollevamento del suolo si è dimezzato, passando da 20 mm al mese ad aprile a circa 10 mm al mese a settembre. Questo rallentamento è un segnale positivo, ma non esclude la necessità di mantenere alta l’attenzione sulla possibilità di un’eruzione.
Nonostante questo dato incoraggiante, la Protezione Civile e il Dipartimento Nazionale mantengono comunque un approccio prudente, organizzando continue attività formative e simulazioni per preparare al meglio i cittadini e i funzionari coinvolti nella gestione delle emergenze.
Prepararsi al peggio per sentirsi pronti è un atto di responsabilità
Questa esercitazione rappresenta un test fondamentale per valutare la capacità del sistema di Protezione Civile e delle amministrazioni locali di rispondere rapidamente a una potenziale eruzione vulcanica. L’allerta gialla attualmente in vigore indica uno stato di attenzione, ma la storia complessa e imprevedibile dei Campi Flegrei impone la necessità di essere sempre pronti.
Ottobre 2024 rappresenta, quindi, una rassicurazione per i cittadini che vivono nell’area vulcanica dei Campi Flegrei. Prepararsi al peggio, sperando che nulla accada davvero, è una responsabilità collettiva. E la partecipazione dei residenti è l’unico elemento chiave che può garantire, in caso di necessità, che l’evacuazione avvenga in modo ordinato ed efficiente, proteggendo la vita di migliaia di persone. Confidiamo tutti nella sua buona riuscita.
Sofia Comentale