Tassa di soggiorno, dal 2025 potrà essere applicata da tutti i Comuni italiani: ecco cosa sta per cambiare

A partire dal 2025, tutti i 7.900 Comuni italiani avranno la facoltà di applicare la tassa di soggiorno, una misura finora limitata solo ai comuni turistici e ai capoluoghi di provincia

Opportunità e sfide, quelle attualmente al centro di un acceso dibattito riguardante l’estensione della tassa di soggiorno a tutti i comuni italiani.

Tale modifica, introdotta dalla nuova legge di bilancio, ha lo scopo di generare risorse per migliorare le infrastrutture turistiche, la sicurezza urbana e il decoro delle città.

I dettagli della nuova tassazione

La tassa di soggiorno, in vigore in Italia dal 2011, prevede un contributo per ogni notte trascorsa in una struttura ricettiva, come hotel, bed & breakfast e campeggi. Con la nuova legge, la tassa potrà essere applicata da qualsiasi comune, non solo da quelli considerati di particolare interesse turistico. L’importo sarà calcolato in base alla categoria della struttura e al costo della camera, con un tetto massimo fissato a 10 euro per notte. Un tavolo tecnico definirà i criteri di calcolo per mantenere le tariffe proporzionate al valore della sistemazione.

Estensione della tassa di soggiorno: reazioni di ANCI e Assoturismo Confesercenti

Roberto Pella, presidente dell’ANCI, ha commentato la nuova misura: “È stato un confronto positivo. È giusto dare opportunità a tutti garantendo parità di introito. Condividiamo il tema della semplificazione e trovare garanzie per tutelare gli albergatori e i sindaci riuscendo a garantire, così come abbiamo chiesto, anche decoro per i turisti salvaguardando i servizi per i cittadini: parte di questi introiti serviranno anche alla sicurezza, rendendo ad esempio possibile l’estensione degli orari di lavoro della polizia municipale. Su queste basi nelle prossime settimane sono certo che si troveranno le soluzioni.”

In contrasto con l’ANCI, Assoturismo Confesercenti ha espresso preoccupazioni riguardo l’attuale proposta di modifica: “Non siamo d’accordo con l’attuale impianto della proposta di modifica: il calcolo sulla base delle fasce di prezzo predeterminate rischia di far schizzare l’imposta a livelli insostenibili e fuori mercato rispetto al valore della camera. Bisogna invece assolutamente evitare incrementi: inciderebbero pesantemente sulla domanda turistica, in particolare quella interna, estremamente sensibile in questa fase alle sollecitazioni dei prezzi.”

Tassa di soggiorno per tutti i comuni: le posizioni di Federalberghi, Confindustria Alberghi e Assohotel

Federalberghi, Confindustria Alberghi e Assohotel, che rappresentano gran parte delle imprese turistico-ricettive, hanno dichiarato: “Due giorni fa, durante l’incontro con il ministero del Turismo e il ministero dell’Economia e delle Finanze, erano state formulate rassicurazioni sul fatto che non ci sarebbero stati aumenti e che l’imposta sarebbe destinata al turismo. Tuttavia, il resoconto dell’incontro tra i due Ministeri e l’ANCI non sembra muoversi in questa direzione“.

Le tre organizzazioni suggeriscono di concentrarsi sulla revisione degli aspetti problematici della normativa attuale, come stabilire un tetto massimo ragionevole per l’imposta e semplificare gli adempimenti formali.

In conclusione, l’ampliamento della tassa di soggiorno rappresenta un’opportunità per molti comuni di generare risorse aggiuntive. Tuttavia, è cruciale che la misura venga gestita con maniacale attenzione ai dettagli per evitare effetti negativi sul settore turistico. Sarà fondamentale monitorare l’impatto della nuova tassa e garantire che i fondi raccolti siano investiti efficacemente per migliorare i servizi e le infrastrutture locali, evitando di penalizzare le aree meno competitive e di compromettere l’attrattività delle destinazioni italiane.

Anna Rega

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