Come hanno confermato i dati sui nomi più diffusi a Napoli, coloro che si chiamano Gennaro rappresentano una sorta di specie in via d’estinzione. Finiti appena al dodicesimo posto e mortificati, per numero, dagli Antonio, dai Giuseppe, dai Vincenzo, dai Salvatore, dai Giovanni e dai Ciro, che precedono il Santo Patrono del capoluogo partenopeo di gran lunga. Per non parlare dell’ondata anomala dei tanti nomi di origine straniera che tanto sembrano affascinare i neo genitori da qualche decennio a questa parte.
Quasi inesistente poi il nome al femminile, dal momento che nello stesso anno il numero di bambine alle quali è stato dato il nome Gennara si possono contare sulle punte delle dita di una mano.
In ambito nazionale, osservando la serie storica dei bambini ai quali è stato dato il nome Gennaro, in base ai dati diffusi dall’ISTAT, si osserva un andamento sempre decrescente di bambini registrati con il nome Gennaro, corrispondente allo 0,13% sul totale dei maschi nati in un anno in Italia, la maggior parte dei quali presenti naturalmente in Campania.
Napoli rischia così di perdere una delle sue più antiche e belle tradizioni non scritte, che, in passato, voleva che in ogni famiglia vi fosse un figlio, per lo più il primogenito, che tramandasse il nome del Santo Patrono. Tradizione che ha certamente contribuito a far conoscere il capoluogo partenopeo nel mondo. Ancora oggi, in qualunque località della Terra dove vi è un Gennaro, esiste e vive un pezzo di Napoli.
Un nome di antiche e nobili origini latine, derivante dal dio bifronte Giano, dal quale prende il nome anche il mese di gennaio, il primo mese dell’anno, ma chiaramente in via di estinzione.