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Approvata la riforma del voto in condotta: cosa cambierà (ancora) nella scuola italiana?

La riforma introduce nuove regole che mirano a migliorare il comportamento degli studenti e a promuovere una maggiore responsabilità civica.

Reintroduzione del voto in condotta

Uno dei punti salienti della riforma è la reintroduzione del voto in condotta come criterio determinante per la promozione degli studenti. Secondo le nuove disposizioni, se uno studente ottiene un voto in condotta inferiore a 6, verrà automaticamente bocciato o non ammesso agli esami finali. Questo provvedimento ha suscitato un acceso dibattito tra educatori, genitori e studenti, con opinioni contrastanti in merito alla sua efficacia e giustizia e agli effetti di cui risentirà la scuola italiana.

Giudizi sintetici alla scuola primaria

Un altro aspetto rilevante della riforma è il ritorno dei giudizi sintetici alla scuola primaria. I giudizi descrittivi saranno sostituiti dai giudizi “ottimo“, “distinto“, “buono“, “sufficiente” e “insufficiente“. Tale modifica si propone di fornire una valutazione più qualitativa del comportamento degli studenti.

Non poche le polemiche scaturite da questo aspetto della riforma: in molti l’hanno aspramente criticato in virtù della maggiore efficacia dei cosiddetti giudizi descrittivi. Questi ultimi, che non si soffermano soltanto sulla singola performance, descrivono il processo di apprendimento mediante formule che qualificano i livelli di raggiungimento di obiettivi specifici (“avanzato”, “intermedio”, “base”, “in via di primaria acquisizione”) e sono perciò considerati più efficaci da coloro che criticano la riforma.

Novità in merito alla gestione delle sospensioni

La riforma introduce anche nuove modalità di gestione delle sospensioni. Le sospensioni fino a due giorni richiederanno agli studenti di partecipare ad attività di approfondimento, mentre quelle superiori a due giorni comporteranno attività di cittadinanza solidale. Questo approccio mira a trasformare le punizioni in opportunità di crescita personale e di apprendimento, incoraggiando gli studenti a riflettere sulle proprie azioni e a contribuire in maniera positiva alla comunità.

Media per il voto in condotta anche alle scuole medie e multe per aggressioni

Inoltre, la riforma prevede che il voto in condotta faccia media anche nelle scuole medie. Se il comportamento finale verrà valutato con 5, l’alunno sarà bocciato. Un 6 alle superiori comporterà invece un debito scolastico in educazione civica da recuperare a settembre.
Le aggressioni fisiche a docenti e personale scolastico saranno sanzionate con multe dai 500 ai 10.000 euro, a carico dei responsabili. Il risarcimento andrà alla scuola per riparare al danno d’immagine e sarà utilizzato per l’acquisto di materiale didattico.

Scelte che fanno discutere: critiche e sostenitori della riforma

Molti pedagogisti e insegnanti ritengono che le nuove regole siano troppo severe e possano avere effetti negativi sugli studenti, soprattutto su quelli più vulnerabili. Alcuni affermano che la bocciatura automatica per un voto in condotta inferiore a 6 rischia di aumentare il tasso di abbandono scolastico.

Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara

D’altro canto, i sostenitori della riforma ritengono che queste misure siano necessarie per affrontare il problema del bullismo e del comportamento scorretto nelle scuole. Stando alle dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, “Con la riforma del voto in condotta si ripristina l’importanza della responsabilità individuale, si dà centralità al rispetto verso le persone e verso i beni pubblici e si ridà autorevolezza ai docenti”.

Anna Rega

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