Ucciso davanti al figlio 11enne: il nipote killer arrestato a Milano

L'assassino, Antonio Amoroso, nipote acquisito della moglie di Procopio, era fuggito a Milano dopo l'omicidio. Avrebbe ucciso Luigi Procopio per un debito di appena 5mila euro

Ucciso in pieno giorno nel centro di Napoli davanti agli occhi del figlio di 11 anni che difficilmente potrà dimenticare nella sua vita un’esperienza così drammatica. Svolta nelle indagini sull’omicidio di Luigi Procopio: killer napoletano fermato a Milano.

L’omicidio è avvenuto il 30 settembre tra i vicoli della Duchesca, immediata la risposta delle forze dell’ordine che nella tarda serata di ieri, hanno dato una svolta significativa nelle indagini. La Squadra Mobile di Napoli, in collaborazione con la Squadra Mobile di Milano e con il supporto tecnico del Servizio Centrale Operativo, ha arrestato Antonio Amoroso, 37 anni, nel capoluogo lombardo. Amoroso, parente acquisito della vittima, è il principale sospettato dell’omicidio, accusato di aver ucciso Procopio per un debito di appena 5mila euro, sulla cui natura sono ancora in corso accertamenti.

Secondo quanto riferito dalle autorità, Amoroso, nipote acquisito della moglie di Procopio, era fuggito a Milano dopo l’omicidio. La Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli aveva emesso nei giorni scorsi un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di Amoroso, che è stato rintracciato in un appartamento del capoluogo lombardo e fermato dalle forze dell’ordine.

La tragica vicenda si è consumata quando i dissidi personali tra Procopio e Amoroso, esacerbati dal mancato pagamento del debito, sono culminati nell’omicidio. Procopio, che aveva piccoli precedenti di polizia, è stato ucciso a colpi di pistola.

Amoroso non è nuovo alle forze dell’ordine. Già il 6 aprile 2022, era stato arrestato dai Carabinieri su mandato della procura di Napoli Nord per il tentato omicidio con arma da fuoco della sua ex convivente, avvenuto il 25 marzo 2022. In quell’occasione, incastrato dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza. L’uomo, secondo l’accusa, si era recato sotto l’abitazione della compagna a bordo di uno scooter trasportato da un complice ed aveva esploso un colpo all’indirizzo della donna colpendo però un’imposta.

La famiglia di Antonio Amoroso è stata segnata da altri episodi di violenza. Suo fratello, Eduardo Amoroso, era stato ucciso nel 2017 in un agguato di stampo camorristico, durante il quale erano stati esplosi oltre una decina di colpi di arma da fuoco. Eduardo, insieme a Salvatore Dragonetti, entrambi ritenuti affiliati al Clan Mazzarella e legati alla famiglia Giuliano, era stato assassinato nel quartiere Vicaria di Napoli.

Il fermo di Antonio Amoroso è stato commentato dal procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, che ha sottolineato l’importanza del lavoro svolto dalle forze dell’ordine. “È l’ennesima risposta a chi tende a paragonare Napoli a un Paese sudamericano, in modo dispregiativo. Io dico: intanto fatevi un giro in alcuni Paesi e città del Sudamerica e poi tornate a Napoli e rifatevi la stessa domanda. Ci sono sì fatti criminosi, anche in pieno giorno. Però c’è anche la risposta. Ci sono i risultati. Noi penso che siamo sul pezzo. Si può sempre fare di più, si può migliorare se abbiamo più tecnologie, se abbiamo più strumenti tecnologici e possiamo ancora migliorare. Però – ha tenuto a sottolineare Gratteri a margine di un incontro con gli studenti a Casola – c’è il fattore umano, ci sono investigatori di primo piano nel distretto di Napoli, c’è gente in Polizia, tra i Carabinieri e la Guardia di Finanza di altissimo livello. Io sono un filo ottimista per il futuro“.

Le indagini continuano per chiarire tutti i dettagli del movente e delle circostanze che hanno portato a questo tragico omicidio.

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