La possibilità che l’assassino di Giovanbattista Cutolo, meglio conosciuto come Giogiò, possa tornare in libertà dopo soli 14 anni ha sconvolto la madre del giovane musicista, Daniela Di Maggio. La sentenza di 20 anni di reclusione, emessa il 19 marzo scorso con rito abbreviato nei confronti del 17enne accusato dell’omicidio avvenuto il 31 agosto dell’anno scorso in piazza Municipio a Napoli, è diventata definitiva poiché non è stata impugnata.

L’omicidio di Giogiò, avvenuto al termine di una lite in cui il 24enne aveva difeso un amico, ha scosso profondamente la comunità napoletana. La pena, ridotta da 30 a 20 anni grazie allo sconto garantito dal rito abbreviato, potrebbe essere ulteriormente abbassata di un sesto in base alla riforma Cartabia, che prevede questo beneficio quando si rinuncia all’appello per ridurre il carico giudiziario. In questo modo, la pena scenderebbe a 17 anni e, con i benefici per la buona condotta, potrebbe arrivare a 13-14 anni. Il giovane accusato dell’omicidio potrebbe quindi tornare in libertà a soli 30 anni.

Daniela Di Maggio ha espresso tutta la sua amarezza e rabbia: “L’ho presa ovviamente male perché il pm aveva detto che avrebbe chiesto l’ergastolo se l’assassino fosse stato adulto. Il dono del perdono in questo momento non mi appartiene“.

In questo periodo, la donna si è fatta portavoce della necessità di giustizia, partecipando a incontri con rappresentanti delle istituzioni e apparendo in tv. “Neanche 40 anni possono essere una pena giusta rispetto a quello che ha fatto. Perché mio figlio deve stare in un barattolo, ridotto in polvere, non considerato da nessuno e il suo carnefice tutelato dalla giustizia e riabilitato?

Daniela Di Maggio ha inoltre espresso dubbi sul ravvedimento del giovane assassino: “Glielo auguro perché auspichiamo che tutti si possano redimire ma non credo che sia possibile per quello che si è mostrato, lui e la sua famiglia“, ha concluso con amarezza.

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