Marano: arrestato il latitante 33enne Ciro Granillo, dovrà scontare oltre 3 anni di reclusione

Il 33enne, accerchiato, non ha opposto resistenza ed è stato arrestato e trasferito nel carcere di Secondigliano

Dopo la condanna si era reso irreperibile, ma ieri mattina è stato arrestato Ciro Granillo, 33enne di Soccavo, figlio di Ciro Grimaldi “Settirò”, storico boss dell’omonimo gruppo di Soccavo. Un arresto eccellente quello avvenuto ieri a Marano di Napoli ed effettuato dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia Napoli Bagnoli.

Sull’uomo pendeva un ordine di carcerazione emesso lo scorso luglio dal Tribunale di Napoli. Per lui una condanna di tre anni e poco più di reclusione per porto di armi clandestine e ricettazione.

L’arresto a Marano: Granillo non ha opposto resistenza

I Carabinieri non hanno mai smesso di cercarlo e dopo lunghe indagini il cerchio si è chiuso a Marano di Napoli. Il 33enne dovrà rispondere anche di violazione della sorveglianza speciale cui era sottoposto e che prevedeva l’obbligo di soggiorno nel comune di Napoli.

I militari hanno sorpreso Granillo all’esterno di un esercizio commerciale di via Marano Pianura. Il 33enne, accerchiato, non ha opposto resistenza ed è stato arrestato e trasferito nel carcere di Secondigliano.

Era già stato arrestato nel 2023

Il giovane era stato arrestato nel febbraio del 2023 dai carabinieri nei pressi dello svincolo della Tangenziale di via Jannelli. In compagnia di Granillo in quell’occasione c’era anche il fratello Pasquale Grimaldi: i due erano insieme ad altre tre persone nell’auto fermata dai carabinieri della Compagnia Vomero. Nell’auto in quell’occasione furono trovate armi e giubbotti antiproiettile. Ad inizio gennaio Granillo era stato poi condannato a quattro anni e quattro mesi (rispetto ai sei anni del primo grado).

A maggio un nuovo colpo di scena con la Corte d’Appello di Napoli che, accogliendo in toto l’istanza presentata dal legale di Granillo, l’avvocato Giuseppe Perfetto, aveva scarcerato il giovane che aveva scontato un anno e quattro mesi. Restavano tre anni relativi all’accusa di ricettazione, condanna confermata poi dalla Cassazione, ma di Granillo non c’era più traccia, fino a ieri.

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