Il Gazzettino vesuviano | IGV

Napoli, condom giganti e statuette falliche dedicate al Pulcinella. I figli di Gaetano Pesce: “Non doveva andare così”

Napoli, condom giganti e statuette falliche dedicate al fantomatico Pulcinella. I figli di Gaetano Pesce: “Non doveva andare così”

Nonostante siano trascorsi giorni dall’inaugurazione di “Tu si ‘na cosa grande”, la scultura di Gaetano Pesce in Piazza Municipio a Napoli continua a far parlare di sé. Ciò che (non) è iniziato come una celebrazione artistica si è trasformato in una prosopopea mediatica, con reazioni che vanno dall’ironia alla difesa appassionata dell’opera. Ma oggi, col tentativo di porre fine ai sarcasmi provocatori, intervengono i figli dell’artista, Milena e Jacopo Pesce: “Vogliamo chiarire le intenzioni di nostro padre”.

Un’opera fraintesa?

Secondo i figli, il loro papà, maestro del design italiano nel mondo, “non ha creato nulla di offensivo”, ma un’installazione piena d’amore per Napoli. “Papà ha scelto di celebrare il lato più femminile e colorato di Pulcinella”, spiegano, sottolineando come l’abito variopinto, in netto contrasto con il tradizionale bianco del personaggio, sia stato concepito per esprimere la vitalità della città. L’intento, quindi, non era quello di provocare o offendere, ma (potenzialmente, ndr) di rappresentare una Napoli accogliente e piena di sfumature, proprio come l’amore che Gaetano Pesce provava per la città partenopea.

E i bozzetti? Pare che anche quelli siano stati fedelmente rispettati. I fratelli Pesce hanno difatti confermato che l’opera è stata realizzata seguendo scrupolosamente i disegni del padre, compreso l’abito colorato, che è stato fedelmente riprodotto sul tessuto plastificato che ricopre la scultura. Non sembra sia così, ma andiamo avanti.

Nessuna scelta autonoma, l’opera rispecchia ogni desiderio di Gaetano Pesce

Eliminare il dettaglio dei “bottoni” nella versione finale, è stata anch’essa una scelta dell’artista, che ha preferito non includerli per evitare l’associazione con la maschera di Pierrot. D’accordo con la scelta, anche la curatrice Silvana Annichiarico: “Gaetano voleva una veste schematica, moderna, in linea con la sua visione artistica”, confermando che tutti i dettagli sono stati decisi dall’artista prima della sua morte, avvenuta lo scorso aprile.

Lo stesso Luca Bertozzi, del laboratorio che ha curato l’allestimento, è intervenuto a difesa dell’opera: “Non ci sono discrepanze tra bozzetto e realizzazione finale. L’artista ha lasciato tutte le informazioni per completare il lavoro e l’opera installata a piazza Municipio è stata realizzata seguendo nel dettaglio queste informazioni. Se fosse stato in vita negli ultimi giorni della realizzazione, magari avrebbe potuto guidarci e indicarci qualche piccola correzione, chissà. Ma questo nessuno può saperlo purtroppo”.

Una provocazione “risolta” dai napoletani

Ma se i figli di Pesce difendono l’opera come un atto d’amore, Napoli risponde a modo suo: con l’ironia. Negli ultimi giorni, un grande pseudo preservativo di plastica è stato collocato alla base del Pulcinella. Non si sa chi sia l’autore di questa “installazione nell’installazione”, ma l’immagine ha già fatto il giro dei social, raccogliendo risate amare e ulteriori commenti sarcastici. Di male, in peggio.

C’era d’aspettarselo, dopotutto, come ultima trovata di una vicenda che ha visto Napoli rispondere con il suo solito caratteristico umorismo a una scultura che ha generato più polemiche che consensi. Ormai, l’opera-bersaglio si è adattata perfettamente al contesto di una città che sa come affrontare le controversie, ovvero con la leggerezza ed il sarcasmo che non sono mancati nemmeno alla vicina San Gregorio Armeno, che ha già esposto il Pulcinella di Pesce (provocatorio) tra le statuette del Presepe.

Costi e assenze: il caso De Luca

Nel frattempo che i figli di Pesce affrontano l’onda provocatoria, dal sito del Comune di Napoli emergono ulteriori dettagli riguardo i costi dell’opera e dell’inaugurazione. A quanto ammonta la cifra dell’intera operazione, inclusa la realizzazione dei cuori illuminati e il servizio di guardiania? A ben oltre i 225 mila euro, con un costo di circa 3.174 euro al giorno per mantenere l’opera esposta fino al 19 dicembre. Inclusi, anche l’allestimento dell’opera, la verifica della stabilità dei solai della sottostante stazione della metropolitana e, infine, l’organizzazione della cerimonia inaugurale, per la quale si è arrivati ad investire 24.596 euro. Cifre da capogiro, per un’opera considerata “dai costi ingiustificati” dalla giuria popolare.

Ammessa la bufera mediatica e la dubbia approvazione collettiva dell’utilizzo del denaro pubblico, l’assenza del Governatore Vincenzo De Luca all’inaugurazione solleva ulteriori interrogativi. Si ipotizza che il Presidente della Regione Campania, noto per le sue posizioni critiche, abbia voluto evitare di associare la sua immagine a una cerimonia che prevedibilmente avrebbe suscitato polemiche. Non è chiaro se si tratti di una coincidenza o di una scelta strategica, ma l’assenza del presidente della Giunta regionale non è passata inosservata, soprattutto in una città abituata a risposte istituzionali di grande impatto.

Ai posteri l’ardua sentenza

Se l’opera continuerà a essere vista come una celebrazione della bella Parthenope o una caduta nel ridicolo dipenderà dalla sensibilità di chi la osserva. Di certo, Napoli e il suo spirito indomito hanno dimostrato ancora una volta di riuscire a trasformare le polemiche in un’opportunità per ridere e riflettere… e a far raggiungere a Gaetano Pesce i 100mila followers su instagram post mortem. Assurda, ma certamente meravigliosa.

Sofia Comentale

Exit mobile version