La scultura di Gaetano Pesce continua a ispirare l’ironia napoletana, ma in modi decisamente sempre più originali. Dopo il condom gigante posto ai piedi dell’opera, un’altra novità arriva direttamente da una gelateria di Sorrento, che ha deciso di rendere omaggio alla controversa installazione con un nuovo gelato chiamato, appunto, “Tu si ’na cosa grande”. Un’idea che aggiunge forse dolcezza al dibattito, ma promettendo un’esperienza gustativa in linea con lo spirito provocatorio della scultura e della stessa Luciana Littizzetto, che non si esime dal commentare quest’ultima trovata artistica.
Dopo la statuetta fallica fra i presepi di San Gregorio Armeno, arriva l’inconfondibile forma di gelato
Come saprete, non è la prima volta che il Pulcinella di Piazza Municipio diventa protagonista di reinterpretazioni. Marco Ferrigno, celebre artigiano di San Gregorio Armeno, ha già scolpito una miniatura dell’opera, inserendola tra le figure del presepe napoletano: un altro tassello di una narrazione popolare che non si ferma davanti a nessun tabù.
E proprio di tabù si è parlato quando la comica Luciana Littizzetto ha definito l’opera “il Calippone di Venere” (in riferimento alla scultura di Pistoletto) durante la trasmissione Che tempo che fa. Con la sua solita verve, ha scherzato sulla scultura: “Grande è grande, proprio molto grande. Mi ricorda qualcosa di un po’ più ambiguo… Pantalone? Anzi, quello che c’è dentro Pantalone”. E da qui l’ormai virale paragone con il noto ghiacciolo, che ha scatenato una nuova ondata di meme sui social e ispirato la gelateria sorrentina nel creare un gelato dalla forma (almeno quella) inconfondibile.
De Magistris: “Ai miei tempi non avrebbero mai fatto installare un’opera del genere in piena piazza”
La battuta della Littizzetto ha trovato terreno fertile in una città che da sempre sa ridere delle sue provocazioni. E Luigi de Magistris, ex sindaco di Napoli, non ha esitato a farvi eco: “Non ridevo così tanto da tempo”, ha dichiarato, riconoscendo come l’opera sia diventata un catalizzatore dell’umorismo napoletano. “Questo è ciò che sa fare meglio Napoli: trasformare ogni situazione in satira, in risate di pancia”. Ma nel suo commentare si percepisce un tono di disappunto per i tempi passati.
Difatti, de Magistris non si è limitato alla risata. Piuttosto, ha acceso una riflessione più amara su quanto, durante il suo mandato, fosse difficile realizzare progetti pubblici senza incappare in ostacoli burocratici. “Quando ero sindaco, ogni iniziativa era una corsa a ostacoli. Oggi, invece, si deturpano paesaggi e si occupano piazze senza che nessuno dica nulla”, ha osservato, lanciando una stoccata all’attuale amministrazione. Secondo il predecessore di Manfredi, opere come quelle di Pistoletto e Pesce – costate insieme circa un milione di euro – pur avendo (dubbio) valore artistico, hanno messo in evidenza una mancanza di controllo da parte degli organi competenti, che una volta erano solerti nel frenare qualsiasi progetto innovativo: “Ora nessuno del potere sembra dire nulla, l’ordine costituito non si accorge di nulla o si gira dall’altra parte. Si deturpano paesaggi, si sequestrano piazze, si cancellano beni comuni, si umilia la cultura e la bellezza della città. Gli organi di controllo sembrano non controllare”. Tutti zitti e buoni, direbbero i Maneskin. Meno male che il popolo c’è e parla.
Nel frattempo, il Pulcinella di Pesce continua a vivere indisturbato la sua vita fuori dagli schemi
“Tu si ’na cosa grande”, adesso, non è solo una scultura, ma un qualcosa da vedere, un sapore da assaggiare e una statuetta da esporre. E’ il re incontrastato della satira, capace di trasformare ogni polemica in una nuova occasione per reinventarsi. Sappiatelo, volente o nolente, è ormai entrato a pieno titolo nella sua leggenda.
Sofia Comentale