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Napoli, tentato omicidio finanziere a Bacoli: l’ex compagna arrestata come mandante

Napoli, tentato omicidio finanziere a Bacoli: l’ex compagna arrestata come mandante

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli, per delega del Procuratore della Repubblica di Napoli, hanno chiuso il cerchio intorno ai responsabili del tentato omicidio del finanziere a Bacoli.

L’ex moglie avrebbe premeditato l’uccisione del marito dopo la loro separazione

In manette Viviana Pagliarone, 39 anni, originaria di Roma, avvocato ed ex moglie dell’ufficiale delle Fiamme Gialle, Gabriele Agostini, vittima del tentato omicidio e uscito miracolosamente illeso dall’esplosione e dalle fiamme provocate dalla bomba destinatagli.

Sarebbe stata lei il mandante dell’attentato ai danni del 36enne maggiore della Guardia di Finanza. La 39enne avrebbe agito con premeditazione contro il padre di suo figlio, così da risolvere, diciamo, in modo drastico le controversie successive alla loro separazione. Tra i due ex coniugi erano in corso screzi legati in particolare agli incontri dell’uomo con il loro figlio, all’epoca dei fatti di circa 2 anni. I due si erano anche denunciati a vicenda.

Il provvedimento è stato emesso nei confronti di tre soggetti, altri due i complici della donna, ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di fabbricazione di ordigno esplosivo e concorso in tentato omicidio pluriaggravato, per l’attentato avvenuto a Bacoli, il 21 marzo 2023.

Un anno fa l’arresto dell’esecutore materiale dell’attentato

Dalle risultanze investigative, è emerso che il 50enneFranco Di Pierno, di San Severo, in provincia di Foggia, autore materiale del delitto, già tratto in arresto il 16 ottobre 2023 dai militari del Nucleo Investigativo di Napoli, coordinati sempre dall’A.G. partenopea, a seguito di altro provvedimento restrittivo personale emesso dal GIP del capoluogo, abbia agito su mandato dell’ex compagna dell’Ufficiale.

L’uomo appare nelle immagini di una telecamera di videosorveglianza della zona subito dopo lo scoppio. Era nei pressi di via Bellavista a Bacoli e si allontana a bordo di una vettura. Franco Di Pierno era nell’area flegrea, alloggiava in una struttura alberghiera di Pozzuoli, almeno dal 15 marzo, come determinato dall’analisi delle celle telefoniche a cui si è agganciato in quel periodo il suo cellulare.

In giorno dopo l’attentato, mandante ed esecutore si sarebbero incontrati a San Salvo Marina, provincia di Chieti, dove Viviana Pagliarone si era recata per incontrare, appunto, l’uomo che avrebbe dovuto uccidere il suo ex marito, accompagnata dal fratello e dalla madre. Con lei anche il figlio piccolo, figlio anche di Agostini.

Tutti gli spostamenti i contatti sono stati documentati con pedinamenti, immagini e video che oggi, accompagnati da indagini serrate, perquisizioni, intercettazioni e testimonianze, hanno portato all’arresto del resto della banda: mandante e fiancheggiatori del tentato omicidio.

Ai domiciliari i due complici che confezionarono l’ordigno

Viviana Pagliarone aveva potuto contare sul contributo materiale di altri due soggetti per il confezionamento dell’ordigno artigianale, ma non improvvisato, adoperato per il tentato omicidio dell’ex marito. Si tratterebbe di un 46enne, Ciro Caliendo, di San Severo, comune della provincia di Foggia, e di Giovanni Di Stefano, 31 anni, originario della cittadina tedesca di Leonberg. Nei confronti dei due complici il gip ha disposto gli arresti domiciliari.

L’ufficiale della GdF uscì illeso dall’attentato, nonostante la violentissima esplosione

La violenta esplosione del marzo dell’anno scorso, causata dall’ordigno artigianale posizionato all’interno dell’auto del finanziere, fece saltare in aria il veicolo. L’ordigno che fu azionato con un telecomando da una persona che si trovava presumibilmente a pochi metri dal luogo dell’esplosione,  era composto da un chilogrammo di una particolare miscela di polvere ad alto effetto deflagrante denominata “Flash Powder”, che distrusse il veicolo.

Nonostante la potenza devastante dell’esplosione e la vettura bloccata da un muretto perimetrale, il maggiore Gabriele Agostini, riuscì ad uscire illeso dal proprio mezzo attraverso il finestrino anteriore dell’auto. La deflagrazione distrusse completamente l’auto, con alcuni frammenti che furono rinvenuti a oltre 60 metri dal luogo dell’esplosione, testimoniando la gravità dell’attentato e la potenza dell’ordigno.

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