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Campagna: guidava sotto effetto di alcol e cocaina e uccise due carabinieri e un pensionato

Due carabinieri il maresciallo Francesco Pastore e l’appuntato scelto Francesco Ferraro, e un pensionato morirono nel tragico impatto con un fuoristrada guidato da una donna mentre era sotto effetto di alcool e droga.

La Squadra Mobile di Salerno, coadiuvata da personale della Direzione Centrale Polizia Stradale di Roma e del Gabinetto Centrale di Polizia Scientifica, ha eseguito un’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dall’Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Salerno, in accoglimento delle richieste presentate dalla Procura della Repubblica, nei confronti di Nancy Liliano, indagata per il reato di omicidio stradale plurimo aggravato.

Il gravissimo incidente stradale avvenne il 6 aprile a Campagna. A perdere la vita, il Maresciallo Francesco Pastore di 25 anni, originario di Manfredonia, e l’appuntato scelto Francesco Ferraro, 27enne, di Montesano Salentino: erano seduti sul lato passeggero e sul sedile posteriore stesso lato. Entrambi erano effettivi alla Stazione dei carabinieri di Campagna. Nell’impatto causato dalla folle corsa della 31enne, oggi ristretta ai domiciliari, anche una terza vettura condotta da una 75enne di Campagna, rimasto ferito e poi deceduto in ospedale.

Nella circostanza, un terzo militare, Paolo Volpe, che conduceva l’auto dell’Arma rimase gravemente ferito, riportando la frattura della clavicola e del bacino.

Secondo la ricostruzione dell’evento accolta dal Gip, quella sera alle 23, nel corso di un servizio perlustrativo, i tre militari, appartenenti al Comando Stazione Carabinieri di Campagna, lungo la strada statale 91, altezza via Calli, svoltando a sinistra, furono violentemente urtati sulla fiancata destra dall’autovettura Range Rover Evoque, condotta dall’indagata, proveniente dal senso di marcia opposto. La Range Rover, nel girarsi di 180 gradi a seguito dell’impatto, si scontrò anche con la parte anteriore di una Fiat Punto, alla cui guida vi era un 75enne, terza vittima di quella tragedia. Uno dei carabinieri morì sul colpo, nonostante i tentativi di rianimazione del personale l18 intervenuto sul posto, mentre gli altri due furono trasportati presso l’ospedale “Maria SS. Addolorata” di Eboli, dove uno di essi, giunto in condizioni critiche, morì per le ferite riportate.

L’uomo a bordo della Fiat Punto, invece, trasportato presso l’ospedale “Santa Maria della Speranza” di Battipaglia, fu ricoverato in sala di rianimazione con prognosi riservata ma, a causa del politrauma, morì dopo alcuni giorni.

Cos’è un precursore

Con il termine “precursori di droghe” si intendono alcune sostanze chimiche, attualmente 37, normalmente utilizzate in numerosi processi industriali e farmaceutici e commercializzate in modo del tutto lecito anche in quantitativi rilevanti, ma che possono avere una funzione cruciale nella produzione, fabbricazione e preparazione illecita di droghe d’abuso, sia di origine naturale che di sintesi o di semisintesi.

Alcuni di questi precursori (efedrina, acido lisergico, piperonale, safrolo ecc.) sono utilizzati dai trafficanti come materia prima di partenza, da trasformare in droga vera e propria, con processi chimici semplici e poco costosi, costituendo di fatto la categoria dei precursori veri e propri, la cui disponibilità è indispensabile ai trafficanti per l’ottenimento di alcune droghe d’abuso. Questa categoria di precursori consente in particolare la fabbricazione di droghe sintetiche quali amfetamine, ecstasy, LSD, fenciclidina, metaqualone ecc.

La conducente della Range Rover, trasportata presso l’ospedale “San Francesco d’Assisi” di Oliveto Citra, fu riscontrata positiva all’alcool test, con un tasso rilevato di 0,54 grammi/litro nel sangue, nonché al precursore della cocaina.

Le indagini coordinate dalla Procura di Salerno, scrive in una nota il procuratore Giuseppe Borrelli, sono state svolte dalla Squadra Mobile e dal Laboratorio Centrale Automotive Analytics and Forensics del Servizio Polizia Stradale di Roma, mediante l’acquisizione e l’analisi dei filmati estrapolati dai sistemi di video-sorveglianza, rilievi planimetrici e fotogrammetrici della zona interessata, al fine di effettuare una ricostruzione della dinamica del sinistro, della velocità dei veicoli coinvolti e di raccogliere ogni elemento utile ad accertare i fatti e le responsabilità.

Secondo la ricostruzione, ritenuta allo stato fondata da parte del giudice, la Range Rover Evoque sarebbe sopraggiunta sul luogo dell’impatto ad una velocità media compresa tra 128 km/h e 133 km/h e, verosimilmente a seguito di un estremo tentativo di frenata, avrebbe impattato violentemente, ad una velocità media di 114 km/h, il fianco destro della vettura dei Carabinieri.

Si è pertanto ritenuto che la Range Rover presentasse un eccesso di velocità di 64 Km/h rispetto al limite massimo per quell’arteria fissato in 50 Km/h, nonostante le caratteristiche della strada, fiancheggiata da edifici e ubicata in un contesto urbanizzato, e alle condizioni ambientali dovute all’orario notturno.

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