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Ventisei anni dopo la sentenza, abbattuta palazzina di due piani a Pompei

Su quell’immobile a tre livelli completamente abusivo e mai ultimato pendeva una condanna risalente al 1998. Ventisei anni dopo, le ruspe sono entrate in azione a Pompei, in esecuzione di un ordine di demolizione emesso dal tribunale di Torre Annunziata.

A renderlo noto è la Procura oplontina, che spiega come il manufatto abusivo in cemento armato era “allo stato rustico, privo di tamponature esterne, tramezzature e rifiniture.

Lo stesso risultava composto da piano terra, primo e secondo piano, comprensivo di rampe di scale ad esclusione della prima rampa”.

Prima dell’abbattimento

L’immobile si trovava in via Masseria Lepre, in un’area sottoposta a vincolo di notevole interesse pubblico e a rischio vulcanico, in quanto inserita nella cosiddetta “zona rossa”, e in un contesto di rilevanza archeologica e sottoposto a restrizioni di rispetto provinciale. Il Comune di Pompei, inoltre, è riconosciuto come area a elevata sismicità, in base ad una delibera della giunta regionale campana del 2002.

Stato dei luoghi dopo l’abbattimento

Stando a quanto si apprende, l’abbattimento ha avuto luogo da parte del proprietario del manufatto abusivo, in regime di autodemolizione, senza dunque alcuna anticipazione di spese da parte del Comune e della Cassa Depositi e Prestiti.

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