Il Gazzettino vesuviano | IGV

Convalidato il fermo del 17enne di Barra per l’omicidio di Santo Romano

Il Gip del Tribunale per i minorenni di Napoli ha convalidato il fermo del 17enne accusato dell’omicidio di Santo Romano, un giovane di 19 anni, avvenuto nella notte tra il primo e il 2 novembre a San Sebastiano al Vesuvio. Al termine dell’udienza di convalida, il giudice ha ordinato la custodia cautelare in un istituto penale per minori per il ragazzo, difeso dall’avvocato Luca Raviele.

La difesa del giovane imputato

Il 17enne, originario del quartiere Barra di Napoli, ha confermato al giudice la versione già fornita al pm. Ha ammesso di aver sparato il colpo di pistola che ha ucciso Santo Romano, ma ha sostenuto di averlo fatto mentre avrebbe subito l’aggressione da parte del 19enne e di altre 4-5 persone. Il giovane ha raccontato che Romano lo avrebbe afferrato per il braccio e colpito al volto, mentre un altro ragazzo avrebbe estratto un coltello. In preda al panico, il 17enne, che soffrirebbe di problemi psichiatrici secondo una perizia difensiva, avrebbe sparato, con una pistola detenuta illegalmente, senza guardare, colpendo mortalmente Romano, per poi scappare a bordo dell’auto che guidava senza patente.

La reazione della famiglia di Santo Romano

I familiari di Santo Romano hanno rotto il silenzio osservato fin dalla notte dell’omicidio e hanno definito “inaccettabile” la ricostruzione dell’accaduto offerta dal 17enne. Gli avvocati Marco De Scisciolo e Luigi Cavaliere, che rappresentano rispettivamente la madre e il fratello di Romano, hanno dichiarato: “Respingiamo con forza la teoria secondo cui sarebbe stato Santo ad aggredire e a provocare la difesa del 17enne che ha esploso il colpo fatale“. Secondo la famiglia, sarebbe solo un tentativo da parte dell’indagato di giustificarsi o di attenuare la sua posizione, un tentativo inaccettabile.

“So che è stato mostrato un fotogramma – ha sottolineato l’avvocato De Scisciolo – dal quale parrebbe che la macchina dell’omicida sarebbe stata circondata da persone che avrebbero addirittura tirato delle pietre, sono situazioni che andrebbero verificate ma che comunque non aggiungono nulla. Anzi, parlare di legittima difesa in una situazione in cui una persona che si sente aggredita prende una pistola e spara, è una sproporzione evidente“.

L’indagine in corso e l’autopsia

Le indagini sono condotte congiuntamente dalla Procura di Nola e dalla Procura presso il Tribunale per i minorenni di Napoli. Ulteriori dettagli sull’accaduto emergeranno dall’autopsia, eseguita nel pomeriggio presso il Secondo Policlinico di Napoli. I familiari di Romano non hanno nominato un proprio consulente, affidandosi invece al perito delle due Procure. Una volta terminato l’esame autoptico, la salma sarà restituita alla famiglia per i funerali.

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