Nove colpi di pistola calibro 9, sparati a bruciapelo: fu ucciso così, 14 anni fa, Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore”, come tutti lo chiamavano perché prima di essere primo cittadino del comune sul mare del Cilento, Pollica, per tre mandati – dal 1995 al 1999, dal 1999 al 2004 e dal 2005 al 2010 – era stato proprio un pescatore. “Solo” quattordici anni dopo l’omicidio, sono finiti in manette, con l’aggravante mafiosa, su richiesta della procura di Salerno: un alto ufficiale dei carabinieri, il colonnello Fabio Cagnazzo – all’epoca dei fatti investigatore a Castello di Cisterna – in vacanza proprio a Pollica; l’ex brigadiere dell’arma Lazzaro Cioffi, già condannato per collusione con i narcos di Caivano; l’imprenditore Giuseppe Cipriano “Peppe Odeon”, titolare di una sala cinematografica Scafati e il figlio del boss, nonché collaboratore di giustizia, Romolo Ridosso, esponente di spicco del clan di camorra Loreto Ridosso.
La scoperta dello spaccio che al sindaco è costata la vita
Il movente, secondo l’inchiesta, è da ricercare nel fatto che Vassallo avesse scoperto un traffico di droga dentro il porto di Acciaroli e sulla costa Cilentana gestito dal clan di camorra, in accordo con i carabinieri arrestati e dall’imprenditore salernitano. Vassallo era pronto a denunciare tutto “al suo amico” Adolfo Greco – che all’epoca dei fatti era procuratore a Vallo della Lucania – prima di incontrare, per un dettagliato resoconto, un ufficiale dell’Arma di Agropoli, uomo di fiducia del capo della Procura.
Appuntamento purtroppo non avvenuto a causa del suo omicidio, avvenuto poco dopo l’incontro con Greco, motivato dal traffico di cocaina che aveva invaso Pollica e che il sindaco voleva stroncare. La “polvere bianca” veniva fatta arrivare di notte su piccole barche a vela, provenienti dalla Spagna, per poi essere scaricata sul litorale o dentro il porto. Successivamente veniva prima stoccata in depositi nascosti e poi trasferita sulle piazze salernitane o spacciata per le strade del piccolo comune cilentano.
Fu proprio il Colonnello Cagnazzo a depistare le indagini
Secondo l’ipotesi dell’accusa, durante le indagini iniziate dopo la feroce esecuzione, Cagnazzo avrebbe operato un depistaggio già in precedenza pianificato, acquisendo senza delega e fuori dalle regole le immagini delle telecamere che guardano il porto di Acciaroli. L’intento era quello di deviare sospetti che già prendevano corpo, per indirizzarli sul capo dell’italo brasiliano Bruno Humberto Damiani, indagato e poi prosciolto. Fu addirittura sottoposto ad un interrogatorio durato undici ore, ma Cagnazzo si è sempre difeso, definendo le accuse illazioni e congetture del tutto infondate.
Negli anni, non si è mai smesso di attenzionare le sue attività, nonostante fosse un Colonnello dei Carabinieri per molti anni a capo della compagnia di Castello di Cisterna e protagonista a Napoli e provincia di indagini sui più potenti clan di camorra, oltre che Comandante provinciale dei carabinieri a Frosinone. Solo 18 mesi fa, però, Cagnazzo fu iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Salerno per la morte del sindaco-pescatore.
Intervenendo fra i primi sul luogo dell’omicidio, né alterò la scena del delitto
L’ordinanza di arresto di Fabio Cagnazzo è stata emessa dal gip di Salerno Annamaria Ferraiolo su richiesta del pm Giuseppe Borrelli, ed eseguita dal raggruppamento operativo speciale (Ros) di Roma. Secondo l’accusa, pare abbia alterato lui stesso la scena del delitto, essendo stato tra i primi a intervenire sul luogo dell’omicidio. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, mentre erano in corso i rilievi da parte della Polizia giudiziaria, il colonnello dei Carabinieri avrebbe rimosso di sua iniziativa alcuni reperti, in particolare dei bossoli.
Il fratello del sindaco, Claudio Vassallo, che aveva oltretutto ricevuto intimidazioni, ha riferito che l’ufficiale, al di fuori da ogni prassi investigativo-scientifica, per dimostrare che l’arma del delitto fosse “una pistola calibro 9” raccolse con un rametto un bossolo, glielo mostrò e lo rimise a terra. La stessa scena è stata riferita agli investigatori da un maresciallo dei Carabinieri, all’epoca in servizio presso la Stazione di Pollica.
Cagnazzo avrebbe tentato di nascondere i mozziconi di sigaretta con il suo DNA
Le persone presenti sul luogo del delitto avevano descritto un ulteriore comportamento anomalo assunto sulla scena del crimine dal colonnello Cagnazzo: “si era messo alla ricerca di alcuni mozziconi di sigaretta, che portò via dal luogo oggetto di sopralluogo tecnico”. Fu proprio durante quest’ultimo che i militari trovarono in un uliveto sul margine destro della strada, a circa 4 metri dall’auto di Vassallo, una sigaretta sulla quale, a seguito di esami, è stato rilevato proprio il DNA di Cagnazzo.
Secondo la Procura, l’ufficiale è stato riconosciuto come mandante dell’omicidio del quale era così intenzionato nel cancellarne le tracce da seguirne le indagini, nonostante fosse alla guida dei carabinieri di Castello di Cisterna, in un’altra provincia. Cioffi, Ridosso e Cipriano si sarebbero assicurati che nel luogo dove poi è avvenuto l’omicidio non ci fossero telecamere di videosorveglianza.
I fratelli del sindaco Vassallo hanno richiesto urgenti ispezioni al Municipio
I fratelli di Angelo, Dario e Massimo Vassallo, hanno creato in questi anni una fondazione che porta il nome del sindaco-pescatore. Adesso, anche luce sulle gestioni amministrative che hanno inciso profondamente sul Comune di Pollica e sul Cilento, hanno richiesto al Ministro dell’Interno di disporre un’ispezione urgente presso il Municipio: “Siamo solo alle battute iniziali di una tragedia che ha sconvolto il territorio e per la quale chiediamo giustizia piena”, hanno fatto sapere. Anche l’attuale sindaco di Pollica, Stefano Pisani, si è espresso a riguardo: “Rimaniamo in attesa di conoscere una verità giudiziaria ma siamo molto felici del lavoro di approfondimento che la Procura di Salerno ha voluto fare in questi lunghi anni e soprattutto nell’ultimo periodo. Finalmente avremo modo di approfondire un pezzo degli interrogativi che ci siamo posti nel tempo e che non avevano avuto ancora risposta”.
“Fa veramente male sapere che le indagini siano state rallentate da una delle persone di cui non si sospettava. Era addirittura la figura che veniva elogiata, quella del Colonnello Cagnazzo. Sono convinto che abbia di molto ostacolato le indagini. Tante cose non vere sono state dette proprio a questo fine”, ha detto invece Antonio Vassallo, il figlio di Angelo.
Angelo Vassallo stava trasformando in meglio la sua Pollica, fino ai nove tragici spari
Nel 2010 Vassallo era stato eletto per il quarto mandato. Esponente del Pd, in passato era stato anche consigliere provinciale a Salerno. Oltre alla carica di sindaco, ricopriva anche quella di presidente della Comunità del Parco, organo consultivo e propositivo dell’Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, composto da 80 comuni del Cilento e del Vallo di Diano e da otto Comunità montane. Era stato presidente della Comunità Montana Alento Monte Stella e presidente delle ‘Città Slow’ nel mondo: la sua Pollica l’aveva trasformata. Nel 2009 si fece promotore della proposta di inclusione della dieta mediterranea tra i Patrimoni orali e immateriali dell’umanità; proposta che fu accolta dall’Unesco il 16 novembre 2010, a Nairobi. Vassallo ha poi fondato anche il “Centro studi per la Dieta Mediterranea”.
Oltre ogni altra cosa, era noto per il suo passato di pescatore e per l’amore per il mare e la terra, che nella sua attività di amministratore lo aveva sempre guidato. Ambientalista, amato dai suoi concittadini, viene ricordato anche per le sue ordinanze singolari. Nel gennaio 2010 ne firmò una che prevedeva una multa fino a mille euro per chi veniva sorpreso a gettare a terra cenere e mozziconi di sigarette. Fu ucciso in quel settembre del 2010, pochi giorni prima di compiere 57 anni. Oggi si dicono soddisfatti i suoi cittadini per l’avvenuta giustizia, seppur sia (di gran lunga) tardata ad arrivare.
Sofia Comentale
Pochi giorni dopo l’omicidio dicevano: “Pure il pescatore lo abbiamo messo a posto”