Immergersi nella realtà, sia essa naturale o artificiale, trasformandola in visione metafisica, sospesa nel tempo e nello spazio. È questa la capacità che ha reso Mimmo Jodice celebre e riconoscibile come uno dei maggiori protagonisti della fotografia italiana e internazionale tra il XX e il XXI secolo.

Nato nel 1934 a Napoli, dove vive ancora oggi, Jodice ha scoperto la fotografia nei primi anni Sessanta, utilizzandola, nei decenni successivi, per raccontare drammi, tensioni e speranze del capoluogo partenopeo e dei suoi abitanti, e per indagare la realtà degli spazi urbani e del paesaggio, ricevendo numerosi riconoscimenti e esponendo le sue opere in Italia e nel mondo.

La mostra fotografica “Mimmo Jodice. Oasi”, allestita negli spazi espositivi torinesi di Camera – Centro Italiano per la Fotografia, e visitabile fino al 2 febbraio 2025, presenta per la prima volta una parte della più ampia serie di scatti (oltre 60) realizzati dal fotografo napoletano tra la primavera e l’autunno del 2008 su commissione della Fondazione Zegna, che ha collaborato alla realizzazione della mostra.

Un progetto e un’esperienza, quella di Jodice, che lo ha portato a documentare, in esterni e in interni, operativi ancora oggi, il complesso architettonico del Lanificio Ermenegildo Zegna, fondato nel 1910 e situato a Trivero ‒ località a 800 metri di altitudine nel biellese ‒ con i suoi avveniristici macchinari industriali impiegati per la lavorazione dei tessuti con l’utilizzo di materie prime pregiate (la lana merino, il kid mohair, il cashmere e la Vicuña).
Ma anche la villa del fondatore dell’impresa con i suoi arredi classici – oggi sede dell’archivio storico del Gruppo e di uno spazio per le esposizioni temporanee – e la grande area naturalistica dell’Oasi Zegna.

Un territorio naturale protetto, quest’ultima, esteso per 100 chilometri quadrati nella cornice delle Alpi biellesi, frutto del progetto realizzato dall’imprenditore Zegna negli anni Trenta del Novecento, per valorizzare il paesaggio attorno al Lanificio e favorire lo sviluppo della comunità locale.

La sua visione ha preso la fisionomia del moderno ecosistema molto prima che questo termine diventasse di uso comune, riuscendo a far convivere in armonia la qualità e la dedizione al lavoro con la tutela dell’ambiente, il benessere sociale e lo sviluppo culturale.
Jodice ha ritratto il paesaggio dell’Oasi con la profondità espressiva che lo contraddistingue, restando fedele alle peculiarità del suo stile, caratterizzato dall’uso del mezzo fotografico come strumento creativo, dal ricorso ad esposizioni prolungate in attesa delle condizioni di luce ottimali, dalla predilezione per il bianco e nero, e dal suo interesse, oltre che per le linee e le forme, anche per elementi come la neve e gli scenari montani, insoliti per sua produzione, incentrata principalmente su visioni mediterranee.

Il percorso della mostra torinese si estende a Trivero, negli spazi del Lanificio e di Casa Zegna, dove i visitatori troveranno quattro stampe di grande formato della stessa serie esposta a Torino.

Viviana Rossi

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