Omicidio Vassallo: Cagnazzo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Cosa sappiamo

Quella di oggi sarebbe potuta rivelarsi una giornata cruciale nelle indagini sull’omicidio di Angelo Vassallo, noto come il “sindaco pescatore” che dal 1995 al 2010 amministrò Pollica, un piccolo comune della provincia di Salerno. Il colonnello Fabio Cagnazzo, arrestato insieme ad altri tre indagati, è stato stamane sottoposto a interrogatorio, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’ufficiale dell’Arma – attualmente ricoverato in un ospedale militare per un malore – è stato arrestato con l’accusa di aver partecipato all’organizzazione dell’omicidio e di aver depistato le indagini, indirizzandole verso un falso colpevole per coprire i veri responsabili.

Cagnazzo non ha risposto all’interrogatorio

Con la premeditata volontà di presentare un ricorso al riesame, il Colonnello – su suggerimento dei suoi avvocati – ha scelto di non rispondere alle domande. In questo modo, la difesa si avvarà del tempo di analizzare le oltre 78mila pagine di fascicolo di uno dei casi più controversi degli ultimi anni. “Non significa che il Colonnello non voglia collaborare alle indagini“, spiega il suo legale, appellandosi all’interrogatorio già avvenuto mesi fa e che ha trattenuto sotto torchio per lunghe undici ore un Fabio Cagnazzo disponibile ad interloquire con i pm salernitani.

Cipriani si dichiara innocente, lunedì l’interrogatorio di Cioffi

Cagnazzo non è stato l’unico a comparire davanti al gip del Tribunale di Salerno. Giuseppe Cipriani, uno dei quattro arrestati per l’omicidio di Vassallo, stamane si è dichiarato innocente e totalmente estraneo ai fatti, confermando quanto già dichiarato nell’interrogatorio del 2018 che l’aveva coinvolto. Come per il Colonnello, anche il legale di Cipriani è pronto a presentare un riesame, appellandosi all’assenza di prove sul traffico di stupefacenti sulla piazza del porto di Acciaroli che il sindaco-pescatore era pronto a denunciare. Si attende di conoscere se anche Lazzaro Cioffi, attualmente detenuto in cella nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, si avvarrà lunedì della facoltà di non rispondere.

Cosa successe nella misteriosa notte del 5 settembre 2010

Omicidio Vassallo: è in corso l’interrogatorio di Fabio Cagnazzo. Ecco cosa sappiamo finora

L’omicidio di Angelo Vassallo è avvenuto la notte del 5 settembre 2010, quando il sindaco fu crivellato da nove colpi di pistola mentre stava rientrando a casa ad Acciaroli. Secondo le ricostruzioni, Fabio Cagnazzo quella sera si trovava con un gruppo di amici in un ristorante vicino, dal quale si sarebbe allontanato alle 21:15, per poi rientrare alle 21:38. Un punto cieco del quale il Colonnello si sarebbe avvalso e che ha destato sospetti, considerato l’omicidio di Vassallo stimato proprio intorno alle 21:12.

Alla domanda su quale fosse il suo ruolo in quei minuti mancanti, Cagnazzo, interrogato a gennaio, ha dichiarato di non ricordare quanto fatto durante quei 23 minuti, pur ipotizzando di essersi recato a salutare conoscenti. Tuttavia, le testimonianze raccolte hanno escluso questa possibilità, portando il gip a ipotizzare che il colonnello fosse già a conoscenza del delitto e si fosse attivato per coprire i responsabili.

Il ruolo di Cagnazzo nei depistaggi e nelle alterazioni della scena del crimine

Omicidio Vassallo: è in corso l’interrogatorio di Fabio Cagnazzo. Ecco cosa sappiamo finora

Subito dopo il ritrovamento del corpo di Vassallo, avvenuto intorno all’1:47 del 6 settembre, Cagnazzo si sarebbe precipitato sulla scena del crimine. Testimoni riferiscono che l’Ufficiale avrebbe sollevato dei bossoli con un rametto, per poi rimetterli a terra, alterando potenzialmente le prove. Ancor peggio, avrebbe trovato e nascosto dei mozziconi di sigaretta, dimenticando però quelli intercettati dai Carabinieri che, analizzati, portano il suo DNA. La stessa versione è stata confermata dal fratello della vittima e da un Maresciallo dei Carabinieri presenti sul posto. Tutte “fortuite coincidenze” che hanno spinto il gip a ritenere che il colonnello abbia agito con l’intento di coprire tracce e proteggere i suoi complici, evidenziando una “intensa e minuziosa” attività di depistaggio.

Il ruolo dei pentiti e i legami con i Palladino

Ulteriori indagini hanno rivelato che Cagnazzo avrebbe sfruttato i suoi contatti per aiutare i Palladino, che all’epoca si trovavano in una situazione debitoria di “circa 4,2 milioni di euro”. Tra febbraio e aprile 2010, avrebbe dirottato i familiari di collaboratori di giustizia presso il loro albergo “Tre Palme” ad Acciaroli, approfittando della chiusura dovuta all’assenza di turisti per trasformare la struttura in un rifugio. “I pentiti stavano al residence perché li aveva fatti andare Cagnazzo”, ha rivelato agli inquirenti un testimone che ritenne fosse questo il modo scelto dall’Ufficiale per aiutare i suoi amici Palladino, in cambio di favori economici.

Un legame finanziario emerso anche nelle intercettazioni che coinvolgono un progetto legato alla gestione di 18 distributori di carburante sequestrati alla criminalità organizzata, fatta con una “persona di legge”, Lazzaro Cioffi – collaboratore di Cagnazzo – anch’egli arrestato.

Vassallo aveva scoperto “cose che non avrebbe mai voluto vedere”

Secondo i magistrati, l’omicidio di Vassallo non sarebbe stato quindi un atto improvvisato, ma un’esecuzione pianificata con cura. Testimonianze hanno rilevato la presenza sospetta di Lazzaro Cioffi, braccio destro di Cagnazzo, ad Acciaroli nei giorni precedenti l’omicidio. Sarebbero stati effettuati dei sopralluoghi per identificare la zona ideale per il delitto, spiando i movimenti del sindaco-pescatore, evitando le telecamere e preparando il terreno per un’azione rapida e precisa.

Il sindaco Vassallo aveva confidato a un amico di aver scoperto “cose che non avrebbe mai voluto vedere, che volevano portare la camorra nel Cilento e che avrebbe fatto di tutto per impedirlo”. Soprattutto, disse di temere per la sua vita, considerato che il giorno dopo avrebbe dovuto denunciare i fatti scoperti. Durante le ultime settimane di tensioni, infatti, Angelo rientrava prima della mezzanotte, senza mai fare la stessa strada del giorno prima, evitando di parlare con chiunque lo avvicinasse. Purtroppo, il 5 settembre del 2010 fu proprio nella sua auto che fu ucciso, a pochi metri da casa sua. La sua determinazione a denunciare il presunto giro di droga che si stava infiltrando nel Cilento gli è costato nove colpi di pistola. Tutt’oggi, le oltre 400 pagine dell’ordinanza non hanno chiarito chi fu a premere il grilletto.

Nonostante le evoluzioni del caso, Cagnazzo è per molti “un eroe”

Omicidio Vassallo: è in corso l’interrogatorio di Fabio Cagnazzo. Ecco cosa sappiamo finoraNell’attesa dei resoconti dell’interrogatorio in corso, numerosi sono i messaggi di solidarietà espressi sui social da amici e sostenitori dell’Ufficiale, che lo descrivono come un “gladiatore” e un servitore dello Stato: “Lui ne uscirà pulito. La famiglia Cagnazzo serve lo stato da oltre 60 anni e non possiamo leggere queste infamie gratuite“, scrivono sul gruppo Facebook “Ridateci il Col. Fabio Cagnazzo”, manifestando un affetto crescente che mai lo abbandonerà perché “da sempre impegnato nella lotta al malaffare”.

Ma il quadro che emerge dalle indagini è sempre più complesso e inquietante e molte domande ancora senza risposta: cosa è realmente accaduto quella notte? Chi erano i veri mandanti e quali segreti voleva svelare Angelo Vassallo? Il tempo stringe, e il bisogno di verità è più necessario che mai.

Sofia Comentale

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