Orrore a Sant'Antonio Abate, gatto bruciato vivo. Il Sindaco: “Siamo a un passo dai colpevoli”

La comunità di Sant’Antonio Abate è ancora sotto shock dopo il ritrovamento di un gatto bruciato vivo nella piazzetta di via Pontone, avvenuto lo scorso giovedì. A scoprire la macabra scena sono stati gli operatori ecologici la mattina seguente, scatenando un’ondata di indignazione tra i cittadini e spingendo il Sindaco Ilaria Abagnale a lanciare un accorato appello su Facebook.

La denuncia del Sindaco: “Un atto che supera ogni limite di umanità”

Nel suo post, il Sindaco ha espresso tutta la sua incredulità e rabbia per quanto accaduto, definendo l’episodio come “talmente vergognoso da superare ogni limite di umanità e rispetto”. Il Primo Cittadino ha quindi chiesto l’aiuto della cittadinanza, invitando chiunque abbia visto qualcosa a dire la verità: “Chiunque abbia visto o sappia qualcosa deve parlare, senza paura di denunciare e soprattutto senza la volontà di proteggere chi fosse lì, anche se stretto conoscente”.

Una frustrazione crescente, dovuta non solo all’episodio di crudeltà contro l’animale, ma anche al persistente vandalismo che colpisce le aree pubbliche del paese. Nonostante gli sforzi dell’amministrazione per mantenere puliti e decorosi gli spazi comuni, ogni mattina le piazzette tornano ad essere invase da rifiuti e danneggiate da comportamenti incivili.

Una cittadina abatese: “Ho paura che la vittima fosse il mio gatto, aiutatemi”

In tutta (feroce) risposta, la comunità si è mobilitata: sono tanti gli appelli sui social per trovare i responsabili. Non mancano giudizi duri e parole di condanna da parte dei cittadini, mentre c’è chi teme per il proprio amico a quattro zampe. Una residente della zona, infatti, ha condiviso la sua angoscia: “Non trovo il gatto di cui mi prendevo cura, ho paura possa essere lui la vittima, vi prego trovate queste persone”.

Nella comunità c’è davvero chi sa e non denuncia?

Ma fra l’indignazione generale, c’è chi sui social minimizza, affermando che il gatto non sarebbe stato incendiato, ma “trucidato”. Evidentemente qualcuno che sa c’è, e sta provando a proteggere i colpevoli, oltretutto giustificandone la violenza, come se la brutalità di un simile gesto potesse essere attenuata da un diverso modus operandi. Un concittadino non si esime dall’attaccarlo: “Se bruciato o torturato, i fatti non cambiano: è un atto disumano che merita di essere punito. Riferisca subito i nomi dei responsabili”.

La caccia ai violenti è sempre più ferrata

Le autorità locali hanno immediatamente avviato le indagini. Le telecamere di sorveglianza della zona sono al vaglio della Polizia Municipale nella speranza di individuare i responsabili. Intanto, il Sindaco ha assicurato che il Comune farà tutto il possibile per identificare e punire i colpevoli: “Non ci fermeremo finché i responsabili di questi atti ignobili non pagheranno le conseguenze delle loro azioni“.

La comunità di Sant’Antonio Abate si trova ora unita nella richiesta di giustizia, con un monito chiaro: chi è testimone di atti di crudeltà come questo deve parlare, perché il silenzio non può essere una scelta quando la vita, anche di un piccolo animale indifeso, viene brutalmente calpestata. La speranza è che questa tragedia possa scuotere le coscienze e spingere tutti a una maggiore responsabilità collettiva. Perché, come ha sottolineato il Sindaco Abagnale, “un atto così disumano non può e non deve restare impunito“.

Filippo Raiola

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