Ad uccidere il sindaco di Policca, Angelo Vassallo, la sera del 5 settembre del 2010 fu l’ex brigadiere dei carabinieri Lazzaro Cioffi. Lo ha messo a verbale il pentito di camorra Romolo Ridosso nel suo interrogatorio dell’11 novembre scorso. Il movente, più di uno, sempre stando alle parole di Ridosso.

Romolo Ridosso

Per l’omicidio del sindaco pescatore sono finiti in manette il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, l’ex brigadiere Lazzaro Cioffi, Giuseppe Cipriano (noto come Peppe “Odeon” dal nome del cinema da lui gestito a Scafati) e, appunto, Romolo Ridosso.

Dai verbali depositati agli atti del Riesame previsto per lunedì prossimo si evince che l’omicidio del sindaco pescatore era maturato per decisione del gruppo criminale scafatese interessato a sviluppare il traffico di droga in Cilento utilizzando proprio il porto di Acciaroli come base operativa. Il collaborante di origini stabiesi, ma con “base criminale” a Scafati, non si è avvalso della facoltà di non rispondere. Anzi, ha parlato e lo ha fatto rilasciando delle dichiarazioni importantissime. Tanto da indurre i pm della Dda di Salerno a chiedere un immediato approfondimento dei temi affrontati, che Ridosso ha accettato di fornire. Ci sono voluti due giorni. L’interrogatorio investigativo si è infatti chiuso alle 13 del giorno successivo.

Giuseppe Cipriano

Nel verbale di interrogatorio Ridosso dice che l’imprenditore scafatese Giuseppe Cipriano gli aveva confidato: “Il coinvolgimento di Cioffi e Cipriano nell’omicidio mi fu invece (…) rappresentato a dicembre, allorquando incontrai Giuseppe Cipriano nel cinema a Scafati… Io mi allontanai dalla mia compagna e salimmo in ufficio con Cipriano. In questa circostanza Cipriano mi disse esattamente che l’omicidio era stato commesso da loro e in particolare da Cioffi come esecutore. In particolare mi disse: “è stato ‘o cumpagno tuo”. Io dedussi che era Cioffi perché era l’unico del gruppo che frequentavo unitamente a Cipriano”.

E poi sempre Ridosso spiega quali sarebbero stati i motivi, come elencati da Cipriano: “Sempre in quella circostanza mi elencò tutte quelle che erano state le causali dell’omicidio, rappresentando, in primo luogo, che il sindaco lo voleva cacciare da Acciaroli sia a causa del furto in un locale di sua proprietà, sito vicino al cinema – gestito quell’estate da Cipriano – commesso da un suo dipendente, sia perché non aveva concesso a Raffaele Maurelli (stabiese di origine come Ridosso ma cugino di Cipriano ed esponente del gruppo dedito al traffico di droga, indagato e morto durante le indagini) la possibilità di fare dei lavori nel porto di Acciaroli e sia perché infine aveva scoperto il loro coinvolgimento in traffici di droga”.

Lunedì prossimo davanti al riesame saranno discusse le richieste di revoca delle misure cautelari, eseguite il 7 novembre scorso, presentate da tre dei quattro arrestati quel giorno. Ovvero l’ufficiale dei carabinieri Fabio Cagnazzo (difeso dall’avvocato Ilaria Criscuolo), l’ex brigadiere dei carabinieri Lazzaro Cioffi (difeso dall’avvocato Giuseppe Stellato) e dell’imprenditore scafatese Giuseppe Cipriano (difeso dall’avvocato Giovanni Annunziata). Romolo Ridosso, difeso dall’avvocato Michele Avino non ha invece presentato alcuna richiesta.

Le accuse di Romolo Ridosso rivolte al presunto assassino di Angelo Vassallo dovranno ora essere valutate dai giudici del Riesame anche perchè nei verbali allegati agli atti vi sono alcune evidenti contraddizioni sulle quali i difensori degli altri tre sono pronti a dare battaglia.

 

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