Arrestato in flagranza con un chilo di cocaina nascosto in un pacchetto, un giovane di 25 anni è stato posto agli arresti domiciliari dal gip del Tribunale di Nocera Inferiore. La decisione, emessa ieri dal giudice Giovanni Pipola, arriva dopo la convalida del fermo e l’interrogatorio dell’indagato, A.D.A., originario di Scafati ma residente a Sant’Egidio del Monte Albino.
I fatti: dalla sala slot al pacchetto sospetto
L’arresto è scattato giovedì sera, nei pressi di un bar situato in via Provinciale. Secondo quanto ricostruito, il 25enne aveva speso 700 euro alle slot machine, una somma consegnatagli dal padre per saldare alcune bollette. Esaurito il denaro nel gioco d’azzardo, il giovane sarebbe stato avvicinato da un conoscente, che gli avrebbe affidato un pacchetto da consegnare a un’altra persona, in cambio di una ricompensa pari proprio a 700 euro.
A.D.A. avrebbe accettato il compito, sostenendo successivamente davanti al giudice di non essere a conoscenza del contenuto del pacchetto. Tuttavia, un agente di polizia fuori servizio lo avrebbe notato mentre maneggiava l’involucro in maniera sospetta all’interno della sua auto. Insospettito, l’agente ha immediatamente allertato i colleghi, che sono intervenuti per un controllo.
La scoperta della cocaina e il sequestro
Durante il controllo, la Polizia ha aperto il pacchetto, trovando al suo interno un chilo di cocaina confezionato in maniera professionale. La sostanza è stata sequestrata dalla Squadra Mobile e sottoposta a narcotest, che ne ha confermato la natura.
Secondo il gip, le modalità di confezionamento della droga e le circostanze del trasporto indicano che il giovane fosse consapevole di trattare un carico illecito e di essere in contatto con ambienti criminali capaci di movimentare ingenti quantità di sostanze stupefacenti.
La decisione del Tribunale: arresti domiciliari
Nonostante la gravità delle accuse, il Tribunale ha disposto per il giovane gli arresti domiciliari, considerando il suo stato di incensurato. La misura cautelare più lieve è stata applicata dopo l’interrogatorio e la convalida del fermo, che ha confermato l’impianto accusatorio.
Secondo l’accusa, il ragazzo era quindi pronto a consegnare il pacchetto a un’altra persona, probabilmente dopo essere stato coinvolto in altre circostanze simili. L’inchiesta prosegue per chiarire se il giovane abbia agito da semplice intermediario o se fosse parte integrante di un’organizzazione più ampia.