“Ho iniziato facendo lo scaricatore di porto, lì si faceva la vera sceneggiata”. Così raccontava Mario Merola in una delle interviste televisive in cui ripercorreva i suoi trascorsi da interprete e protagonista di un genere musicale-teatrale in auge a Napoli tra gli anni Venti e Quaranta del Novecento, rivalutato grazie al suo talento e alla sua personalità carismatica.
Un documentario presentato lo scorso ottobre alla Festa del Cinema di Roma – “Il Re di Napoli. Storia e leggenda di Mario Merola” ‒ viene proposto da Rai 3, il 4 febbraio, in prima serata, e racconta l’uomo e l’artista diventato uno dei simboli della città di Napoli, ambasciatore della canzone e della cultura partenopea nel mondo.
Il genere riportato al successo da Merola nasce ispirandosi ai testi del poeta e scrittore partenopeo Libero Bovio (tra gli altri, “Zappatore” e “Lacrime napulitane”), convinto che una canzone dovesse avere una trama come un romanzo in quanto espressione dei sentimenti dell’autore e della sua capacità di immedesimarsi nelle storie e nelle passioni dei suoi personaggi. “La sceneggiata è una canzone”, diceva Merola, “e da questa canzone si prende il soggetto e si fa la sceneggiata. Da soli non si può fare: ci sono isso, essa e ’o malamente, cioè il primo attore, la primadonna e il cattivo”. Repertori, quelli di Bovio e di Salvatore Di Giacomo (tra gli artefici dell’epoca d’oro della canzone napoletana) che sembravano scritti per Merola, capace di catturare l’attenzione del pubblico con la sua presenza scenica, facendolo immedesimare nei personaggi e nelle storie delle canzoni, e suscitando emozioni e commozione.
I successi teatrali di Merola gli hanno aperto le porte del mondo del cinema negli anni ’70 e ’80, quando le sue sceneggiate più celebri sono diventate film, con esiti positivi anche al botteghino.
Mario Merola ha raccontato Napoli ai napoletani e non solo, presentandosi sulla scena come nella vita senza maschera, con le sue doti interpretative, le sue passioni (la famiglia, il cibo e il gioco), e la sua arte popolare.
Viviana Rossi