Acerra, la morte della piccola Giulia: dal padre versioni contrastanti, mentre per i vicini tragedia evitabile

Il padre ha prima dichiarato che la piccola fosse stata aggredita in strada da un cane, per poi ammettere che l'attacco era avvenuto in casa. Il cane aveva già mostrato aggressività eccessiva

Si chiamava Giulia la bambina di appena dieci mesi che ha perso la vita in modo tragico nella notte ad Acerra, dopo essere stata sbranata dal cane di famiglia. Il padre della piccola, Vincenzo, un giovane di 24 anni impiegato in un distributore di carburante della zona, l’ha trasportata disperatamente al pronto soccorso di Villa dei Fiori, ma per lei non c’era più nulla da fare. La madre, che lavora in una pizzeria, non era presente al momento della tragedia. La famiglia risiede in un appartamento popolare nella periferia della città.

Le versioni contraddittorie del papà di Giulia

Quando è arrivato in ospedale con la figlia ormai priva di vita, Vincenzo ha inizialmente raccontato che la bambina era stata aggredita in strada da un cane randagio mentre si trovava nel passeggino.

Questa versione dei fatti ha subito destato sospetti tra i medici e le forze dell’ordine, poiché la piccola indossava ancora il pigiamino. Dopo un ulteriore confronto con gli inquirenti, il padre ha modificato la sua dichiarazione, spiegando che l’aggressione era avvenuta in casa. Secondo quanto riferito, la bambina stava dormendo nel letto accanto a lui quando il pitbull l’ha improvvisamente attaccata.

Il tentativo si salvare la piccola arrivata già senza vita in ospedale

I tentativi del personale medico di rianimare la piccola, nata il 14 aprile 2024, sono stati vani. Giulia era in arresto cardiocircolatorio e non mostrava più segni di vita al momento dell’arrivo in ospedale. La salma è stata sequestrata e trasferita al primo Policlinico per l’autopsia, necessaria a chiarire ulteriori dettagli sulla tragedia.

Per i vicini, una tragedia annunciata ed evitabile

Nel quartiere dove la famiglia risiedeva, la vicenda ha suscitato sgomento e indignazione. Molti abitanti sostengono che quanto accaduto poteva essere evitato. Alcuni testimoni riferiscono che il cane, in passato, aveva già mostrato segnali di aggressività. La scorsa estate, infatti, sarebbe scappato dall’appartamento e avrebbe aggredito un altro cane mentre passeggiava con una dog sitter. “Tutti dicevano che quel pitbull era pericoloso e che il proprietario doveva fare qualcosa”, raccontano alcuni vicini. “Sono brave persone, lavoratori, ma non hanno compreso il rischio che correvano, soprattutto con una bambina così piccola in casa”.

Molti residenti si interrogano su come sia possibile tenere un cane considerato potenzialmente pericoloso libero in un’abitazione con un neonato: “Gli animali restano animali, anche se li trattiamo come persone”.

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