Il tempo di Casanova”. È questo il titolo dell’edizione speciale di uno degli eventi più attesi dell’anno, il Carnevale della città lagunare che, dal 14 febbraio fino al 4 marzo, celebra i 300 anni dalla nascita di Giacomo Casanova, celebre avventuriero, scrittore e seduttore veneziano.

Un anniversario che offre ai visitatori di una città unica al mondo e tra le più famose per la sua tradizione carnevalesca, l’occasione di rievocare le atmosfere, i costumi e i personaggi della Venezia del Settecento, con un focus particolare sulla figura di Casanova, tanto discusso quanto affascinante simbolo di passione.

Festa antichissima, figlia del paganesimo, adottata dal mondo cattolico, il Carnevale è sinonimo di di gioia sfrenata e incontenibile, molto attesa dai bambini, ma amata e celebrata in grande stile anche dagli adulti, come avveniva nel Settecento. Questo è il secolo in cui l’allora “Serenissima” Repubblica di San Marco vede avviarsi a conclusione la sua storia millenaria, culminata con la cessione di Venezia e di parte dei territori di terraferma all’Austria da parte di Napoleone. Prima che questo accada, però, la città è ancora protagonista della scena internazionale e vive una stagione di sfolgorante bellezza culturale e artistica, consolidando il suo mito intramontabile.

Un mito che Giacomo Casanova, celebre soprattutto per le sue avventure amorose, ha contribuito ad alimentare negli anni trascorsi in laguna, dove il suo stile di vita libertino ha trovato la sua massima espressione. Casanova – che non era certo l’unico avventuriero del suo tempo, ma che è stato il solo a scrivere un’opera di quasi cinquemila pagine, in sette volumi, sulla storia della sua vita –frequentava ricevimenti e balli che diventavano un’occasione per conquiste e avventure. All’epoca, la nobiltà veneziana si annoiava facilmente, e personaggi come Casanova portavano vivacità nelle corti aristocratiche, offrendo intrattenimenti di ogni tipo, spesso licenziosi.

Il permesso di indossare maschere di ogni forma e foggia, purché rispettose della religione e dell’autorità politica, invogliava a travestirsi e a sfruttare l’anonimato, favorendo relazioni non sempre lecite. Casanova, non a caso, ha reso famosa la maschera simbolo del carnevale veneziano, la Bauta: perlopiù di colore bianco, spesso decorata con filigrana e altri ornamenti più o meno preziosi, nascondeva gli occhi e il naso, lasciando scoperta la bocca, che permetteva di cibarsi e di bere, ma anche di sussurrare proposte ardite. In abbinamento con il tabarro, un lungo e avvolgente mantello che nascondeva l’identità degli amanti clandestini, era perfetta per sottrarsi a sguardi indiscreti, lanciarsi in corteggiamenti audaci e fare scherzi resi leciti dall’atmosfera di ebbrezza e di follia.

Da allora ad oggi, poco è cambiato. Anche quest’anno, il Carnevale veneziano si animerà di cortei in maschera, balli in costume, spettacoli teatrali e musicali, mostre e il concorso per la maschera più bella. Senza dimenticare gli eventi speciali dedicati a Casanova nei luoghi che lo hanno visto protagonista, come Palazzo Ducale e le prigioni dei Piombi, dove fu rinchiuso per quindici mesi con l’accusa di libertinaggio.

Un evento imperdibile per tutti gli amanti della storia, del mistero e della seduzione.

Viviana Rossi

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