A scorrere le duecento pagine di “Il calcio in riva al mare” (d’Oriano Editore – disponibile nelle varie librerie) libro dell’autore Carlo Manfredi, si torna a fare idealmente tuffo nel passato, dove il mare non è più blu. E’ un’opera di memoria e di storie quella dello scrittore, anche ex calciatore, originario di Pompei, quella con cui si è cimentato ergendo a protagonista il famose campo di Rovigliano, teatro a partire degli anni Sessanta di tante partite dei giovani dell’epoca. Per chi non lo sapesse, il campo si trovava dove il fiume Sarno sfocia nel mare Torrese-Stabiese, dove c’era la cosiddetta “zona industriale”
Oggi rimangono solo erbacce e solo un ricondo sbiadito come quella di una Polaroid in bianco e nero  ingiallita dal passare del tempo, ma tanti anni fa è stato teatro di tante partite dei giovani dell’epoca, oltre che pulsante di vita  e di sport come momento di aggregazione. Una bella nota caratteristica da ricordare era quella del pallone che superava la rete di recinzione in caso di fuori campo e si perdeva nel fiume, se non veniva ripescato dal custode del campo.

L’autore parla del famoso campo e centro sportivo di Rovigliando narrando le storie e gli aneddoti di tanti calciatori della zona che mossero i primi passi proprio sul quel terreno in pozzolana, per poi arrivare anche ai massimi campionati come la serie A. I riferimenti sono tanti:  da Salvatore Esposito a Salvatore Di Somma, da Rodrigo Ghiandi (visto recentemente anche nella trasmissione “Juve Stabia talk show”) al compianto Nicola de Simone. E poi ancora Bruno Ranieri,  Salvatore Malacario, Ernesto Ferraro, Domenico Izzo e tanti altri ancora che hanno fatto la storia calcio made in Rovigliano, laddove calcio e industria viaggiavano su binari paralleli, con passione e fatica intrecciati ai sogni di quell’epoca.

Mandredi da’ molta enfasi a mister Vincenzo Celardo, vero e proprio deus ex machina e allenatore di talenti, un po’ come Bill Shankly trainer del Liverpool anni Sessanta, con cui l’autore fa il paragone.

Consigliamo il libro a chi ha giocato in quel campo in gioventù per ritornare indietro co  gli anni e ai giovani per conoscere qualche talento a loro poco del nostro comprensorio,  con le loro storie di sacrifici per sfondare nel difficile mondo del calcio. Il libro è corredato da svariate foto in bianco e nero che conferiscono ancora di più quel gusto di amarcord.

Le parole dell’autore

Ho scritto questo libro durante il Covid, nel 2020, visto che eravamo tutti confinati in casa. Ho fatto un giro di telefonate, grazie anche al  supporto tecnologico di Messenger, e raccolto appunti con amici e conoscenti e poi ho scritto di getto il libro“, riferisce l’autore.

Un immenso ringraziamento va ai  miei “angeli custodi”, come mi piace chiamarli, come Antonio Russo, Nino Longobardi, Salvatore Russo e Gioacchino Veropalumbo. Senza il loro supporto con i loro ricordi e racconti, il libro non sarebbe mai nato”.

“Un libro da far leggere ai ragazzi che frequentano le scuole calcio di oggi – continua l’autore – per far sì che i giovani possano conoscere e essere consapevoli dei sacrifici che facevano i loro coetanei di allora per inseguire i loro sogni e loro passioni su un campetto che raggiungevano in bici o in bus, divertendosi in modo semplice con i mezzi dell’epoca senza gli eccessi delle mode odierne”.

Con Manfredi si parla anche di calcio giocato visto il suo passato di calciatore, passione che  continua a mantenere viva partecipando al campionato di calcio over 60.

Mi sta impressionando il campionato che sta facendo la Juve Stabia in serie B – riferisce Mandredi – Un plauso va al giovane ds Matteo Lovisa che ho avuto modo di conoscere nella sala stampa del Menti e a cui ho consegnato il mio libro per far conoscere un’altra parte della storia del calcio del nostro comprensorio. Mi ha colpito la sua professionalità  a dispetto della giovane età. Ottimo anche il lavoro di mister Pagliuca per il gioco che ha dato alla squadra. Mi piacerebbe confrontarmi con lui parlando del calcio del passato, del presente e di quello che sarà. Un augurio alla squadra stabiese per conseguire la salvezza quanto prima, poi tutto quello che verrà sarà tutto guadagnato. Già dalla prossima partita i giocatori stabiesi dimostreranno che la sconfitta con il Cittadella è stato solo un incidente di percorso”.

Un eventuale progetto letterario legato alla squadra gialloblù? 

“Mi piacerebbe scrivere un libro incentrato sulla storia di questa società di grande tradizione in Campania e che sta dando lustro alla nostra zona, dove purtroppo negli ultimi anni altre società hanno perso quello smalto avuto in passato”.

Si parla anche del Napoli: Gli azzurri stanno disputando un campionato eccellente e  decisamente all’avanguardia nonostante fossero partiti inizialmente senza i favori del pronostico. Il merito è da ascrivere a mister Conte, un vero fuoriclasse della panchina. Il presidente De Laurentiis ha identificato in lui la vera risorsa per il suo progetto sportivo. Credo che si giocherà lo scudetto punto a punto con l’Inter, ma già raggiungere la Champions League sarebbe il top, visto che mister Conte sta facendo cose prodigiose con una squadra meno forte sulla carta rispetto a quella di Spalletti, senza Osimhen e Kvaratskhelia, ma che sta dando tutto per il suo condottiero”.

Alcune note finali  sull’autore.
Carlo Mandredi è stato calciatore a livello professionistico contribuendo alla promozione del Foligno nel 82-83 in C1. Attualmente è il Direttore artistico del Premio Internazionale di Archeologia Città di Pompei “Amedeo Maiuri” .

Nel prossimo ottobre ci sarà l’ottava edizione di questo premio dedicato agli archeologi che si sono distinti con il loro lavoro. Ci sarà anche una sorta di “Hall of fame” a Pompei con le impronte delle mani  dei più importanti archeologi che mettono a servizio della comunità tutta la loro esperienza e competenza per scoprire i tesori dell’antichità.

Domenico Ferraro

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