Poggiomarino, scambio politico-mafioso: nuove prove contro ex sindaco & Co.

Scambio elettorale politico-mafioso, partito il processo. Dopo l'arresto del boss, gli esponenti politici contattarono un altro boss quasi a voler ottenere una nuova protezione

Ha preso il via ieri, presso il tribunale di Torre Annunziata, il processo che vede imputati l’ex sindaco di Poggiomarino Maurizio Falanga, il suo vice Luigi Belcuore e Franco Carillo, considerato l’intermediario del presunto patto tra politica e camorra. I tre sono accusati di scambio elettorale politico-mafioso, con l’aggravante dell’avvenuta elezione di due dei partecipi. La misura cautelare degli arresti domiciliari, applicata nei loro confronti, è stata confermata recentemente anche dalla Corte di Cassazione.

L’udienza di ieri, celebrata nell’aula Giancarlo Siani, è stata caratterizzata da un’alta affluenza e da momenti di forte tensione. Il Comune di Poggiomarino si è costituito parte civile, mentre alcune eccezioni sollevate dalle difese, tra cui la competenza territoriale e la validità delle intercettazioni, sono state rigettate.

Il ruolo di Antonio Giugliano e le nuove prove

Il colpo di scena più rilevante è rappresentato dal deposito di una nuova informativa da parte dei carabinieri del nucleo investigativo del Gruppo di Torre Annunziata. Il documento, consegnato una settimana fa al pubblico ministero Giuseppe Visone, riguarda l’analisi del cellulare sequestrato ad Antonio Giugliano, noto come “‘o savariello”, arrestato il 28 novembre scorso per estorsione in flagranza di reato.

Dall’esame del dispositivo sono emerse quindici conversazioni, di cui almeno quattro di particolare rilievo, tra alcuni degli imputati e lo stesso Antonio Giugliano. Le intercettazioni telefoniche e le chat mostrano come, all’indomani dell’arresto di Rosario Giugliano, detto “‘o minorenne”, gli esponenti politici abbiano cercato un contatto con Antonio Giugliano, quasi a voler ottenere una nuova protezione dopo il vuoto di potere lasciato dal precedente boss.

Il presunto patto e le dichiarazioni di Rosario Giugliano

Rosario Giugliano detto “‘o minorenne”

Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia, Rosario Giugliano avrebbe avuto un ruolo determinante nel far convergere il centrodestra sulla candidatura di Maurizio Falanga alle amministrative del 2020. Rosario Giugliano, soprannominato “‘o minorenne” per il suo passato criminale come killer di camorra arruolato da Pasquale Galasso, oggi è un collaboratore di giustizia.

Ai magistrati ha rivelato di aver truccato le elezioni, oltre ad aver dettato parte della linea politica anche dopo il suo arresto. Secondo le indagini, infatti, avrebbe effettuato videochiamate dal carcere in Sicilia per dare istruzioni su questioni a lui care, dimostrando un’influenza che andava ben oltre la sua detenzione.

Le prossime udienze e la decisione sulle nuove prove

Nel corso del processo i giudici dovranno valutare la utilizzabilità delle nuove prove, in particolare il contenuto delle intercettazioni e delle chat ritrovate sul cellulare di Antonio Giugliano. Le accuse mosse contro i tre imputati restano gravi, ma le difese continuano a respingere ogni ipotesi di collusione con la camorra.

La prossima udienza sarà cruciale per stabilire il peso di queste nuove rivelazioni e per determinare se le prove aggiuntive influenzeranno il destino processuale di Falanga, Belcuore e Carillo.

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