“Un sapere posto in circolo. È questa l’origine greca della parola enciclopedia, che significa guardare le cose non come guardiamo il cellulare, ma includendo l’area delle pertinenze dove può arrivare l’occhio o la mano. L’occhio è chiamato a vedere l’orizzonte. Ma è il gesto della mano che sparge le sementi, come avveniva un tempo in campagna. Sapere questo è creare futuro, quindi l’Enciclopedia è un luogo dove si ordinano dei saperi per creare futuro”. Con queste parole, Carlo Ossola, presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia Treccani, sottolinea il significato, prima ancora che la ricorrenza dell’impresa centenaria.
Un’iniziativa grandiosa, varata il 18 febbraio del 1925 dall’imprenditore tessile Giovanni Treccani, che così presentava il progetto: “L’Enciclopedia deve riuscire, per il valore degli scritti, per la bellezza delle illustrazioni e per la nobiltà della composizione, superiore alle migliori dell’estero. Dall’estero deve appunto essere apprezzata per la sua importanza e per la sua bellezza. Deve riuscire opera seria, utile, rappresentativa della cultura italiana, tale da essere desiderata dagli studiosi e dagli amatori del bel libro”. Un’opera tardiva rispetto ad altri Paesi, che si rifà, per le tavole illustrate e il gran numero di voci, al modello settecentesco dell’Encyclopédie francese di Diderot e D’Alembert, e a quello britannico dell’opera monografica.
Alla sua nascita, la direzione scientifica viene affidata al filosofo Giovanni Gentile, ideatore di un progetto di cultura nazionale unitaria supportato da tutti gli studiosi italiani, indipendentemente dai partiti politici di appartenenza. Un intento ambizioso, considerato il momento storico-politico che prelude all’inizio della dittatura fascista.
L’acquisto, nel 1927, del Palazzo Mattei di Paganica, a Roma, che diventa sede dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, consacra la messa a punto del “congegno” di un’impresa che il fondatore definisce un “movimento a orologeria”, con la pubblicazione, dal 1929 al 1937, di 35 volumi (uno ogni tre mesi), con innumerevoli voci, illustrazioni e immagini.
Ad oggi, 76 volumi, 60.000 voci dell’Enciclopedia Italiana e 240.000 del Dizionario Enciclopedico Italiano sono i numeri in continuo divenire della Treccani del nuovo millennio, e, per restare in tema di cifre, il valore economico di un’enciclopedia ereditata in famiglia, più o meno recente e completa, oscilla tra poche centinaia e diverse migliaia di euro.
Una fabbrica del sapere che, nel tempo, ha dato vita ad altre iniziative editoriali: il Dizionario Biografico degli Italiani, già presente nello statuto dell’Istituto e nel progetto originario di Treccani e Gentile, dedicato alle biografie degli italiani esemplari, che, messe insieme, offrono una visione corale della storia del Paese; Il Dizionario Biografico e Tematico delle Donne, ricco di biografie che sono storie; il Dizionario Enciclopedico Italiano, che coniuga enciclopedia e vocabolario; il Dizionario della Lingua Italiana, importante per la conoscenza dell’italiano in un Paese storicamente ad alto tasso di analfabetismo; e l’Enciclopedia del Novecento, che dimostra come la Treccani sia cambiata di pari passo con i cambiamenti della società e della cultura nel secondo dopoguerra.
Alla scienziata Rita Levi Montalcini va il merito di aver traghettato l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana nel nuovo millennio, aprendo la Treccani al mondo attraverso le nuove tecnologie, in primo luogo il web (il sito internet nasce negli anni Novanta) e la digitalizzazione di tutti i contenuti prodotti in 100 anni di storia. Che significa poter raggiungere milioni di persone e avvicinare soprattutto i giovani, dialogando con loro con un linguaggio nuovo, senza mai dimenticare la passione per il libro.
Viviana Rossi