Interpretando i dati del Comando Provinciale Carabinieri di Napoli, emerge un segnale chiaro: l’aumento delle denunce. I dati parlano da soli: nel 2024, i carabinieri del provinciale partenopeo hanno registrato 2944 episodi denunciati, mentre nei primi due mesi del 2025 si contano già 311 denunce.
Sono 434 gli arresti e 2371 le persone denunciate nel 2024. Per il 2025 (Gennaio – Febbraio) il conto degli arresti si attesta già a 77, quello delle persone denunciate in stato di libertà a 226.
Nel bilancio è stato determinante l’utilizzo di nuove tecnologie come il Mobile Angel, un dispositivo indossabile avanzato che consente alle vittime di violenza di segnalare il pericolo in tempo reale. Altrettanto importante le stanze d’ascolto allestite in 5 diversi punti della provincia. Un modo per accogliere le donne in ambienti più familiari e sicuri, con personale specializzato nel trattamento di casi di violenza.
Siamo abituati a pensare alla violenza contro le donne come il risultato di dinamiche complesse, di traumi irrisolti, squilibri di potere, stress sociale o di fattori culturali profondi. Tutto vero ma spesso, la violenza nasce da situazioni quotidiane, da elementi apparentemente banali che fanno da miccia a reazioni sproporzionate e brutali
Una cena fredda, un ritardo, un vestito ritenuto troppo provocante, un rifiuto, un like ad una foto sui social, una parola di troppo o una di meno.
La quotidianità diventa il pretesto per aggredire ma la violenza è già latente.
Il problema non è nel motivo scatenante, che può sembrare insignificante, ma nel fatto che l’aggressore si sente legittimato a esercitare un dominio, a punire o a far valere la propria forza. Ed è la sua inquietante banalità a renderla così difficile da estirpare.