Peppino di Capri, una vita in musica

“Un percorso che rifarei tutto da capo, possibilmente senza sbagliare”. Così Peppino di Capri definisce la sua vita e le sue canzoni, che hanno attraversato la storia d’Italia dalla fine della guerra al boom economico, dalla rivoluzione culturale del ’68 alla prima edizione di Sanremo a colori.

Il percorso umano e professionale di Giuseppe Faiella ‒ in arte Peppino di Capri ‒ è quello di un uomo e di un cantante che ha fatto ballare e innamorare intere generazioni, in decenni fondamentali per la storia del nostro Paese. Un autore e interprete di oltre 500 canzoni, con quindici presenze e due vittorie al Festival di Sanremo (che gli ha attribuito il Premio alla carriera nel 2023), che viene omaggiato da un film per la televisione diretto dalla regista Cinzia TH Torrini, in onda su Rai 1 il 24 marzo.

Champagne – Peppino di Capri” è il racconto della vita straordinaria e avventurosa, ma poco conosciuta, di un artista noto in tutto il mondo, che inizia la sua carriera musicale nel 1943, a soli quattro anni, quando, grazie al dono dell’orecchio assoluto, si esibisce per i soldati americani di stanza a Capri per aiutare la sua famiglia.

È subito evidente che la musica è la strada che vuole seguire, grazie ad un talento innato che non prescinde dallo studio della musica classica e del pianoforte. Gli anni Cinquanta segnano per lui l’inizio di una brillante carriera con il nome d’arte scelto per celebrare l’isola che gli ha dato i natali e che, per la straordinaria bellezza e unicità, è uno dei luoghi iconici che rappresentano l’Italia nel mondo.

Peppino di Capri è già molto famoso quando, nel 1965, anche grazie al suo intuito per l’innovazione e la ricerca di nuove sonorità (fu il primo a portare il twist in Italia), viene scelto per aprire tutte le tappe italiane dei concerti dei Beatles, in quello che sarebbe rimasto l’unico tour della band di Liverpool nel nostro Paese.

La storia dell’artista non può tralasciare il lato più intimo dell’uomo. Negli anni Sessanta, Peppino incontra Roberta, una giovane e intraprendente indossatrice che è il suo primo amore e lo accompagna – ispirandolo per la canzone omonima – negli anni della consacrazione artistica. Una relazione che, tra alti e bassi, procede quasi in parallelo con i cambiamenti di un’epoca che, alla fine di quel decennio, preferisce al twist il cantautorato e l’impegno politico. La fine del matrimonio con Roberta coincide con un periodo di crisi professionale che mette Peppino a confronto con le pretese dei discografici, desiderosi di novità, e con la necessità di ristabilire un contatto con il suo pubblico. “Una volta che sei su questo carrozzone”, ha detto di Capri, “lo devi assecondare e vivere con tutta la passione che puoi. Quando la voce ti accompagna e sai che è quella giusta, che è in sintonia con il resto del mondo, ti fa piacere farti coccolare in questa dimensione”.

Grazie agli incoraggiamenti di Bebè, suo migliore amico e batterista fin dalle prime esibizioni, al nuovo amore per Giuliana, una biologa estranea al mondo dello spettacolo, e a una rinnovata maturità, fonda la sua casa discografica e, dopo aver ingaggiato Franco Califano per comporre “Un grande amore e niente più”, vince per la prima volta il Festival di Sanremo nel 1973.

“Mi ritengo un interprete” ha affermato di Capri parlando della sua vocazione musicale. “Una canzone nasce da un’emozione. Sono le atmosfere che vivi, i momenti di gioia e quelli meno piacevoli a dare lo spunto per mettere in musica quei momenti. È come avere un tappeto rosso spianato davanti. C’è solo da percorrerlo”.

Viviana Rossi

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