Nella notte, un terremoto di magnitudo 4.4 ha scosso l’area dei Campi Flegrei, causando panico, feriti lievi e danni strutturali.
La sismicità è in crescita e il sollevamento del suolo ha raggiunto 1,40 metri dal 2005, segnala il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo a Notizie.com. “La scossa era attesa – afferma l’esperto – il tasso di sollevamento è passato da 1 cm a 3 cm al mese. Negli anni ’70 e ’80 il suolo si sollevava anche più rapidamente, ma oggi i terremoti sono più forti. L’aumento della deformazione indica una possibile escalation dell’attività sismica”.
Un altro aspetto critico riguarda l’evacuazione via mare: “Il porto va dragato urgentemente, altrimenti le navi non potranno essere usate in caso di emergenza”, avverte Mastrolorenzo. L’aumento del flusso di gas, in particolare anidride carbonica, è un altro segnale preoccupante: “Il bradisismo è controllato dai gas. Quando il sistema idrotermale si gonfia, le rocce si fratturano, provocando sismi e rilasci di Co2”. Il rischio di asfissia in aree con elevate concentrazioni di gas è una minaccia concreta.
“Non sappiamo quali siano i segnali precursori”
Nel dibattito sulla gestione dell’emergenza si confonde il piano bradisismico con il piano vulcanico. “A volte si fa confusione tra piano di emergenza bradisismico e piano vulcanico. Il primo prevede provvedimenti, per rischi legati a terremoti ed emissioni di gas, per un’area ristretta dove vivono 80mila persone. Va subito valutato se è il caso di applicarlo” chiarisce Mastrolorenzo.
Alcuni esperti escludono un’eruzione imminente, ma senza certezze scientifiche. “Non esiste uno strumento che rilevi i movimenti del magma. Non sappiamo quali siano i segnali precursori di un’eruzione ai Campi Flegrei”, conclude il vulcanologo. “Il monitoraggio attuale non permette previsioni certe. L’eruzione potrebbe avvenire tra millenni o in tempi brevi. Bisogna ammettere i limiti delle nostre conoscenze”.