Europarlamento-Huawei: ai domiciliari Lucia Simeone. Per l’assistente di Martusciello “accuse farneticanti e deliranti”

"Non abbiamo neanche potuto dire di essere estranei ai fatti, perché i fatti non sono molto chiari" ha spiegato il legale della donna. "Ritengo che potremmo addirittura trovarci di forte a un provvedimento che viola i diritti fondamentali dell'uomo"

Ha risposto alle domande del giudice della Corte d’Appello di Napoli e ottenuto gli arresti domiciliari Lucia Simeone, l’assistente dell’eurodeputato di Forza Italia Fulvio Martusciello, arrestata giovedì in un hotel a Marcianise (Caserta) in esecuzione di un mandato di arresto europeo spiccato dalle autorità belghe. Le accuse a suo carico riguardano associazione a delinquere, riciclaggio e corruzione, nell’ambito di un’indagine su presunte tangenti versate da lobbisti per favorire in Ue il colosso cinese Huawei sul 5G.

L’avvocato Giaccio: “Accuse farneticanti e deliranti”

“Le vengono rivolte accuse farneticanti, deliranti”, ha dichiarato Antimo Giaccio, legale di Lucia Simeone, conosciuta anche come Luciana. Secondo il difensore, la procura belga contesta alla sua assistita un presunto coinvolgimento in un giro di tangenti per 46mila euro. Queste somme sarebbero state versate ad alcuni politici affinché promuovessero, attraverso una missiva, gli interessi di Huawei sulla tecnologia 5G in Europa.

La difesa di Lucia Simeone: “Sono innocente”

Lucia Simeone ha risposto a tutte le domande poste dal giudice della Corte d’Appello di Napoli, Corinna Forte, e dal sostituto procuratore generale, dichiarandosi innocente. Il suo avvocato ha sottolineato: “Non abbiamo neanche potuto dire di essere estranei ai fatti, perché i fatti non sono molto chiari”. Tuttavia, la donna ha espresso la volontà di affrontare il processo perché, come riferisce il suo difensore, “non ha nulla da nascondere”.

Ha spiegato di essere stata a Strasburgo solo poche volte e di non avere competenze riguardo ai progetti di implementazione del 5G, né di aver mai avuto contatti con lobby. L’accusa di corruzione sarebbe basata su un bonifico di 1.000 euro, ricevuto nel 2021 da un presunto faccendiere legato agli interessi di Huawei.

La contestazione della procura belga

L’avvocato Giaccio ha evidenziato che la procura belga contesta alla sua assistita l’emissione di due fatture, ritenute dalla difesa “assolutamente inventate”. Il penalista ha spiegato: “Luciana Simeone non è intestataria di alcuna partita IVA e non gestisce attività che le contemplino”.

I soldi menzionati nelle indagini, secondo il difensore, provengono da bonifici ricevuti dall’ex collega portoghese dell’europarlamentare Fulvio Martusciello, Miguel Benoliel de Carvalho Wahnon Martens. “Luciana Simeone ha con lui un rapporto amicale e professionale, e ha effettuato anche lei bonifici, ma di carattere personale, per importi di 400-500 euro ciascuno”, ha precisato l’avvocato.

Il giudice concede i domiciliari in attesa della decisione sulla consegna

Simeone ha spiegato la sua attività lavorativa e la causale del bonifico di 1.000 euro, considerato dagli inquirenti belgi come il “prezzo della corruzione”. Dopo l’interrogatorio, il giudice ha concesso gli arresti domiciliari, in attesa di decidere sulla sua eventuale consegna alle autorità belghe, a cui la difesa si è opposta.

L’avvocato: “Violati i diritti fondamentali dell’uomo”

L’avvocato Giaccio ha denunciato la gravità delle accuse, sostenendo che la giustizia belga non abbia fornito elementi chiari per sostenere un’accusa di associazione a delinquere. “Contestare un’associazione senza indicare i componenti è una violazione del principio di difesa. Anche il riciclaggio, se non si indicano le attività svolte, non sussiste”, ha affermato il penalista.

“A livello psicologico è molto provata, ma trova forza nella volontà di smontare l’immagine distorta che emerge dall’indagine”, ha aggiunto l’avvocato.

Attesa per la decisione della Corte d’Appello di Napoli

Ora la Corte d’Appello di Napoli dovrà decidere se concedere o meno l’estradizione. “Ci siamo opposti alla consegna e avanzerò una serie di richieste”, ha dichiarato il difensore, spiegando di voler chiedere la traduzione in italiano del mandato di arresto europeo e di ottenere informazioni sulle condizioni carcerarie in Belgio.

“L’auspicio è una decisione favorevole a negare la consegna al Belgio”, ha concluso l’avvocato Giaccio.

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