Tutto si incentra sulla storia dell’asso del calcio Etienne Morville, attaccante superstar francese griffato Balenciaga che arriva dalle banlieu per approdare al campionato di calcio italiano, rimanendo però prigioniero del suo personaggio, pieno di soldi, Lamborghini colore verde brillante, ragazze e divertimento a go-go, dimenticandosi delle sue origini.
Il suo innato talento con il pallone sembra sprecato per la vita dissennata che conduce nella Milano tutta da bere quando non gioca in campionato, dove tra l’altro si rende protagonista di atteggiamenti poco sportivi (ogni riferimento a fatti, cose e personaggi realmente esistiti è puramente casuale) rimanendo anche invischiato in un caso di denigrazione via social per body shaming verso una influencer.
“Morville Shock” sbatte in prima pagina come scoop la “rosea” meneghina. “Ennesimo gesto folle del campione francese. La squadra in 10 non evita la sconfitta. Società, tifosi e compagni di squadra stufi delle continue intemperanze di Morville”, recita la pagina del quotidiano sportivo in una scena del film che vede protagonista Rocco Papaleo, nei panni di Don Vincenzo, fruttivendolo in pensione.
Messo ai margini dal suo club e con un procuratore avido solo del successo e dei soldi che gli può spremere, Etienne Morville, impersonato dall’attore francese Blaise Afonso, avrebbe bisogno di un classico bagno di umiltà per “ripulire” la sua immagine di “calciatore-azienda”.
Quale migliore occasione quella di riciclarsi e fare un “restyling” della propria immagine in un campionato di Eccellenza calabrese, con la squadra della U.S. Palmese? Il deus ex machina dell’operazione finalizzata con il procuratore di Morville è proprio Don Vincenzo – Papaleo, grande tifoso del club con i colori sociali neroverdi, che raccoglie ben 5 milioni di euro tra i suoi circa 18 mila concittadini “parmisani” per ingaggiarlo e coronare un sogno che sembra una “mission impossible”: portare un campione di calcio alla U.S. Palmese!
Il film lancia messaggi e riflessioni a tutto tondo, tra una battuta e l’altra
Questo il filo conduttore del film che mette a confronto il grande calcio tutto danaro, stelle e luccichii con quello della provincia, che si gioca in campi polverosi e in pozzolana, con tanta passione e poco money. Per Morville è una discesa agli inferi di cui necessita per ritrovare se stesso e l’amore per il calcio.
Non facciamo spoiler per come si snoda poi la vicenda, ma vi assicuriamo che le due ore trascorreranno in fretta dando adito anche a riflessioni sulla caducità del mondo del calcio e su come esso venga percepito come lontano e talvolta avulso dalle vere problematiche sociali della vita. In ogni caso il calcio resta in tutte le sue sfaccettature un veicolo per dare un momento di gioia e distacco agli appassionati a ogni latitudine calcistica.

Sullo sfondo del film risaltano “pezzi” della città di Palmi dove è ambientato, con scene girate nel campo locale “Giuseppe Lopresti”, ora in erba sintetica, locato nello storico Piazzale Maria De Maria (dove chi scrive vi ha anche giocato quando era in terra battuta), nei pressi della cantina di Zio Pasquale sotto la casa di nonno mastro Mico Ferraro, nel vivace centro locale durante le celebrazioni della festa di San Rocco, sulla marina di Palmi e la colorata promenade con i pescatori e le loro reti reduci dalla faticosa giornata e altri posti suggestivi come la verdeggiante Villa Comunale dove si ammira lo Stretto, che fanno da “colonna visiva” del film.
Nel film belle le interpretazioni dei vari attori come il già citato Rocco Papaleo, Claudia Gerini, Giulia Maenza, Blaise Afonso, lo stabiese Gianfelice Imparato, Massimiliano Bruno, Max Mazzotta, con ognuno di loro che caratterizza il proprio personaggio anche in chiave macchiettistica, ma dove tutti i personaggi di secondo piano danno coralità divertente alla commedia.
Talvolta il film sembra essere composto da tante vignette fumettistiche per alcune scene, una citazione di altre opere dei Manetti Bros, specie in quelle dove si mostrano in “moviola-style” i colpi di classe di Morville, con le sue spettacolari giocate sul campo da gioco, alla “Houdini”. Tra l’altro l’attore Afonso che lo interpreta è un ex calciatore che poi ha scelto la via del cinema.
Per dare veridicità e verismo verghiano alla trama, nel film si parla in dialetto calabrese in alcune scene con i sottotitoli, specie quando si fa il tifo spasmodico sugli spalti e si commentano le azioni di partite di calcio “calde” come il derby della Piana tra U.S.Palmese e Gioiese, dove il fuoriclasse Morville all’inizio della sua nuova avventura non sembra proprio essere del contesto, così come Palmi non assomiglia proprio alla Milano by night e questo è un altro tema che evidenzia l’antitesi tra i due mondi calcistici, quello dilettantistico e del suo essere naif e quello professionistico e degli interessi che si porta dietro.
E’ un film che fa capire come il riscatto e la redenzione possano avvenire dopo un processo di vera ricerca di se stessi, senza infingimenti, ipocrisie o barriere, il tutto in chiave simil-calcistica, dove a volte i sogni possono avverarsi anche sui campi della provincia, in campionati dilettantistici lontano da VAR e trasmissioni sportive sui vari canali, per farci capire che il calcio, come la vita, ha sempre una ineludibile essenza universale per la sua quadratura del cerchio.
Domenico Ferraro