Il Consiglio dei Ministri, presieduto dal vicepresidente Antonio Tajani, ha deliberato lo scioglimento del consiglio comunale di Poggiomarino per “accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata” che hanno compromesso il regolare funzionamento dell’amministrazione comunale. Nella stessa seduta sono stati sciolti per lo stesso motivo anche i comuni di San Luca (Reggio Calabria) e di Tremestieri Etneo (Catania).
La decisione è stata presa su proposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi “in considerazione degli accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata che compromettono il buon andamento dell’azione amministrativa”.
Lo scioglimento mentre a Torre Annunziata in tribunale si dibatteva il processo a carico di Falanga-Belcuore-Carillo
La notizia è arrivata proprio mentre in tribunale, a Torre Annunziata, si stava celebrando un’udienza del processo, per scambio elettorale politico-mafioso, che vede imputati l’ex sindaco di Poggiomarino Maurizio Falanga, il suo vice Luigi Belcuore e l’imprenditore Franco Carillo, quest’ultimo ritenuto l’intermediario del patto politica-camorra con il boss Rosario Giugliano “’o minorenne”, ex fedelissimo del super boss pentito Pasquale Galasso e oggi collaboratore di giustizia.
La decisione di sciogliere il consiglio comunale di Poggiomarino, per camorra, è giunta dopo un’attenta valutazione delle infiltrazioni mafiose con condizionamenti sulla gestione politica del comune, certificate nella relazione dei commissari che da alcuni mesi guidano la cittadina vesuviana dopo l’arresto del primo cittadino Maurizio Falanga e le sue successive dimissioni.
Niente voto a Poggiomarino
Ebbene, per ritornare a scegliere i propri rappresentanti nella pubblica assise, i cittadini di Poggiomarino dovranno attendere ben due anni.
Con il decreto presidenziale, che verrà firmato nei prossimi giorni, la gestione di Poggiomarino sarà affidata a una Commissione Straordinaria, nominata dalla Prefettura, con il compito di ristabilire legalità e trasparenza all’interno della macchina amministrativa. Avrà il compito di guidare la città per un periodo di 18 mesi, con la possibilità di una proroga di altri 6 mesi.
Il processo a carico della “triade”
Nel frattempo, il processo in corso a Torre Annunziata si concentra sulle tre figure chiave dell’amministrazione locale. Falanga, Belcuore e Carillo sono accusati di aver mantenuto legami con il clan camorristico Giugliano, con l’aggravante dell’elezione di due degli imputati nelle elezioni comunali di Poggiomarino. Le accuse di scambio elettorale politico-mafioso e la ricostruzione di questi legami con la camorra sono al centro delle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, con l’ausilio dei carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata.
Durante l’udienza, i giudici hanno ammesso come prove le nuove intercettazioni, che rivelano un quadro ancora più preoccupante di connivenze tra politici e camorra. Gli imputati si difendono dalle accuse, ma la prosecuzione del processo si preannuncia complessa, con oltre 100 testimoni che potrebbero essere chiamati a testimoniare.
Le nuove intercettazioni e il ruolo di Antonio Giugliano

Le nuove intercettazioni riguardano il boss Antonio Giugliano, detto “’o savariello“, che sarebbe stato contattato dagli amministratori di Poggiomarino dopo l’arresto del suo omonimo, ma non parente, Rosario Giugliano, noto come “’o minorenne“. Quest’ultimo è al centro di un’altra inchiesta parallela. Le intercettazioni rivelano conversazioni tra i politici e il clan, in cui si parla di influenze sulla campagna elettorale e sulle candidature.
Il 3 novembre scorso, Antonio Giugliano è stato arrestato in flagranza di reato dai carabinieri, mentre intascava un’estorsione.
Le difese e i prossimi sviluppi
I difensori di Belcuore hanno chiesto la trascrizione delle intercettazioni per dimostrare che il vice sindaco non si sarebbe mai recato nell’abitazione di Rosario Giugliano a Pagani, luogo ritenuto cruciale per la definizione di alcune candidature, tra cui quella di Falanga. Questi sviluppi potrebbero avere un impatto significativo sull’evolversi del processo. Il Comune di Poggiomarino si è costituito parte civile.
Il processo si preannuncia lungo e complesso, il prossimo mese, Giuseppe Annunziata, segretario provinciale del Partito Democratico, sarà uno dei primi testimoni a comparire in aula, portando ulteriori dettagli sul coinvolgimento della politica locale nel sistema di potere camorristico che ha interessato Poggiomarino.