Il caso era nato da un esposto presentato dal parlamentare di Avs Angelo Bonelli, in cui si faceva riferimento a “pubblicazione di documenti riservati da parte di Maria Rosaria Boccia” e all’uso da parte della donna “di mezzi e servizi dello Stato, inclusa l’auto della scorta”. A seguito dell’esposto, la Procura di Roma aveva aperto un fascicolo a carico dell’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ipotizzando i reati di peculato e rivelazione del segreto d’ufficio.
Successivamente, la stessa Procura ha inviato il fascicolo al Tribunale dei ministri, sollecitandone l’archiviazione. Per il Tribunale dei ministri di Roma, che dopo sette mesi ha concluso le indagini preliminari, non ci sono i presupposti affinché la Procura capitolina chieda l’autorizzazione a procedere nei confronti del giornalista alla Camera di appartenenza. Il decreto non è impugnabile.
Si conclude così la vicenda giudiziaria che aveva portato alle dimissioni di Sangiuliano il 6 settembre scorso. Tutto era nato dalle accuse dell’imprenditrice Maria Rosaria Boccia, con cui aveva avuto una relazione extraconiugale e che affermava di aver viaggiato più volte con la scorta del ministro. Tra giugno e agosto 2024, le trasferte contestate sarebbero state almeno otto. Da qui l’accusa di peculato. L’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio, invece, riguardava presunte informazioni inerenti l’attività del ministero della Cultura, che sarebbero dovute rimanere riservate, di cui l’imprenditrice aveva affermato di essere stata messa al corrente.
“Siamo soddisfatti soprattutto sul piano morale. Sangiuliano si è dimesso per una vicenda privatissima e questa archiviazione conferma che non ha mai compiuto alcun illecito. La sua è stata una decisione di grande serietà”, ha dichiarato l’avvocato Silverio Sica.
Va avanti l’inchiesta che vede indagata Boccia
Lo scorso 24 marzo Maria Rosaria Boccia è stata interrogata dai pm di Roma per quasi cinque ore. I capi di imputazione nei suoi confronti aumentano: oltre alle lesioni, per averlo ferito alla testa, le viene contestato anche lo stalking nei confronti dell’ex ministro della Cultura, le interferenze illecite nella vita privata della moglie di Sangiuliano, la diffamazione nei confronti dell’ex capo di Gabinetto al Mic Francesco Gilioli, che lei aveva accusato di aver controfirmato la sua nomina, e il falso nella stesura del curriculum presentato al Ministero, in cui ometteva di lavorare in una società di grandi eventi potenzialmente in conflitto di interessi con il ruolo di consulente che intendeva ricoprire.
È stato dimostrato che Gilioli, rimosso dopo la bufera del caso Boccia-Sangiuliano, era stato il primo a segnalare l’incompatibilità al ministro. Decade il reato di violenza a corpo politico, inglobato nello stalking.
“Sono stati per me mesi di grande tormento. Ho trovato sulla mia strada magistrati competenti e di grande professionalità“, ha dichiarato l’ex ministro della Cultura.
Sarah Riera