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Pomigliano d’Arco, il Tar reintegra Luigi Maiello: annullata la decadenza dell’ex comandante della Polizia Municipale

Luigi Maiello: annullata la decadenza dell’ex comandante della Polizia Municipale

Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania ha annullato il provvedimento con cui, esattamente un anno fa, l’amministrazione comunale di Pomigliano d’Arco aveva dichiarato decaduto Luigi Maiello dal ruolo di dipendente pubblico. La sentenza n. 2918/2025 della seconda sezione del Tar, pubblicata l’8 aprile 2025, ha accolto il ricorso presentato dall’ex comandante della polizia municipale, ritenendo illegittimo il provvedimento firmato l’8 aprile 2024 dalla segretaria comunale.

“L’ente non poteva disconoscere il valore legale dei titoli di studio e neanche contestare l’esperienza professionale maturata con incarichi dirigenziali attribuiti da altri comuni”, si legge nella sentenza, che specifica inoltre che “gli accertamenti del Comune sui titoli e sul curriculum esulano da quelli consentiti dalla normativa in materia di decadenza dall’impiego”.

Il Tar ha condannato l’Ente al pagamento delle spese legali, pari a 3.000 euro, e ha ordinato che la sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa. Secondo il legale di Maiello, avv. Carmine Medici, “a questo punto è venuto meno il presupposto per cui fu revocato l’incarico di comandante della polizia locale, motivo per cui il Comune dovrà reintegrare il mio assistito nelle relative funzioni previa la revoca dell’analogo incarico conferito al dottor Nacar”.

Una vicenda lunga e controversa

Luigi Maiello era stato nominato comandante della polizia municipale nel 2019, vincendo un concorso pubblico. A gennaio 2024 l’amministrazione comunale, guidata dal neo sindaco Raffaele Russo, gli revocò l’incarico di comandante, trasferendolo al settore “Servizi al cittadino, cerimoniale e datore di lavoro”. Pochi mesi dopo, ad aprile, la dirigente del settore Risorse Umane, Marcella Montesano, firmò la determina che dichiarava la sua decadenza dall’impiego, motivata da “gravi irregolarità nella presentazione dei requisiti”.

A maggio 2024 il Tar sospese in via cautelativa l’efficacia del provvedimento, ordinando il reintegro temporaneo di Maiello motivando la decisione con il rischio povertà che il poliziotto stava vivendo. Fu assegnato all’ufficio Anagrafe. Tuttavia, poche settimane fa, un nuovo provvedimento firmato dalla segretaria comunale ha disposto la sospensione di Maiello per sei mesi, in seguito a presunte irregolarità riscontrate dal suo successore al comando dei vigili, Emiliano Nacar. Attualmente Maiello stava scontando la sospensione a rotazione: quindici giorni in servizio e quindici a casa.

Il sindaco: “Valuteremo, pronti al Consiglio di Stato”

Riguardo alla sentenza, il sindaco Raffaele Russo ha dichiarato: “Valuteremo con la massima attenzione le motivazioni alla base della sentenza e qualora le ritenessimo fondate ne prenderemo atto e ci adegueremo. In caso contrario, non esiteremo a proporre ricorso al Consiglio di Stato per tutelare le ragioni dell’amministrazione”.

Secondo indiscrezioni, Maiello avrebbe intenzione di tornare al comando della polizia municipale già dal giorno seguente la sentenza e cioè da oggi 9 aprile. Ma al momento il ruolo è ricoperto da Emiliano Nacar, dirigente assunto con contratto fiduciario a tempo determinato.

Le reazioni politiche e istituzionali

Il deputato Francesco Emilio Borrelli (AVS) ha commentato la vicenda sostenendo che “giustizia è fatta”, ma ha anche evidenziato che “restano delle ombre su quel provvedimento”, chiedendosi: “Chi contrasta la camorra è visto come un nemico?”. Ha poi aggiunto: “Mai avuto dubbi sull’illegittimità del provvedimento del Comune. Ora ciò che è accaduto deve far riflettere. Da una parte c’è il sindaco che ha più volte affermato che la camorra a Pomigliano non esiste, smentito dalla Commissione antimafia e anche dai recenti fatti di cronaca; dall’altra chi i clan li ha combattuti viene isolato”.

Anche il deputato Franco Mari (AVS) ha espresso la propria posizione: “Dopo tanti sprechi economici, dopo l’assurda propaganda perpetrata dall’attuale maggioranza e dopo il tentativo di affossare l’esistenza della camorra sul territorio punendo un cittadino che lottava per la legalità, attendiamo una risposta chiara dall’amministrazione”.

L’attacco dell’opposizione: “Personalismi e vendette”

Il gruppo consiliare “PER Pomigliano” ha diffuso una nota in cui si legge: “Facciamo gli auguri al dott. Maiello per il pieno riconoscimento delle sue ragioni. Quante volte abbiamo avvertito la Giunta circa il grave errore di avviare procedimenti amministrativi finalizzati solo a consumare vendette personali. La responsabilità politica di questo tonfo è del sindaco, del vicesindaco e dell’assessora al ramo”.

Secondo il gruppo, “il prezzo salatissimo di questi atti temerari e di inutili spese legali viene e verrà pagato dai cittadini”, e si annuncia “l’invio di opportune segnalazioni alla Corte dei Conti”.

Solidarietà sui social e richieste di dimissioni ai vertici comunali

Diversi cittadini e attivisti hanno espresso sostegno a Maiello anche sui social. In un post di Pasquale Testa circolato su Facebook si legge: “Una punizione mascherata da procedimento. Un atto vergognoso per colpire chi ha semplicemente fatto il proprio dovere: indagare su presunti illeciti edilizi e urbanistici. Tutti i provvedimenti sono stati dichiarati illegittimi. Chi ha agito per rancore oggi è nudo davanti ai fatti”. In chiusura, l’autore del post lancia un appello diretto alla giunta: “Dimettetevi”.

Viene inoltre citato il movimento “Rinascita – Pomigliano d’Arco”, che insieme ad alcuni attivisti locali come Vito Fender, avrebbe denunciato “soprusi, arroganza e il cinismo politico della maggioranza”, continuando a “credere nella giustizia”.

Intanto, il Comune di Pomigliano d’Arco è sotto indagine da parte dei commissari della Prefettura e della Procura.

Resta ora solo da capire quali saranno le prossime mosse del Comune e se Maiello verrà effettivamente reintegrato al comando della polizia municipale. L’unica certezza, per ora, è che secondo i giudici amministrativi, i provvedimenti contro di lui erano illegittimi.

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