San Giorgio a Cremano, il racconto dello studente rapito

È rimasto prigioniero per ore, incappucciato e legato a una sedia, sorvegliato a vista da un uomo che si teneva in contatto con altri complici. È il racconto choc di Mattia, lo studente 15enne rapito ieri mattina a San Giorgio a Cremano. Il ragazzo è stato prelevato con la forza da almeno due persone, davanti a un bar, e caricato su un furgone poi risultato rubato. La scena è avvenuta in pieno giorno, sotto gli occhi di un dipendente e un avventore, che hanno dato immediatamente l’allarme. Il mezzo ha lasciato il comune vesuviano e ha trasportato il giovane in un appartamento alle porte di Napoli.

A contattare la famiglia è stata direttamente la banda, attraverso messaggi su WhatsApp: “Dopo il rapimento sono stati i sequestratori ad avere contatti con il padre inviandogli un messaggio e richiedendo un riscatto da un milione e mezzo di euro”. Il padre del ragazzo, un imprenditore del quartiere Barra di Napoli, è stato coinvolto in una lunga e tesa trattativa con i rapitori. Tuttavia, “malgrado sia stata formulata una richiesta da un milione e mezzo di euro, la famiglia non ha pagato alcun riscatto ai rapitori”.

Il sequestro si è concluso nel primo pomeriggio grazie a un’efficace azione della polizia, coordinata dal pm antimafia Henry John Woodcock e condotta dalla Mobile guidata dal primo dirigente Giovanni Leuci. Dopo le prime testimonianze e indagini tecniche, le forze dell’ordine hanno autorizzato la famiglia a simulare uno scambio di denaro. Ma il pressing degli investigatori ha spinto i sequestratori a liberare il ragazzo, probabilmente per timore di essere catturati. “Il ragazzo è stato prelevato dall’appartamento e accompagnato a Licola, all’altezza dello sbocco della tangenziale”.

Il recupero del 15enne è avvenuto in un luogo stabilito tra Licola e Qualiano. “Sempre via chat, inoltre, il padre, un imprenditore del quartiere Barra di Napoli, ha avuto il via libera per andare a riprenderlo, in un posto prestabilito, tra Licola e Qualiano, nell’hinterland a nord di Napoli. Ma i rapinatori non hanno voluto che fosse lui a riprendersi il suo ragazzo. E sul luogo indicato ci sono andati gli zii del giovane, scortati dai poliziotti in borghese”.

Liberato, Mattia ha chiesto a un passante di poter fare una telefonata e ha chiamato il padre. È stato un momento di grande commozione: “Un abbraccio dopo l’incubo, la fine della paura e il ritorno a casa per consentire al 15enne di gettarsi tra le braccia della mamma”.

Il rientro del ragazzo è stato immortalato da diversi presenti e pubblicato sui social, in particolare su TikTok. “Una folla gremita ha accolto il giovane che è arrivato in un’auto bianca. Mattia è stato riabbracciato dai suoi parenti e dai suoi genitori che, dopo ore di terrore, hanno avuto la possibilità di stringerlo nuovamente tra le loro braccia”.

Nel frattempo, in questura proseguivano gli interrogatori. “Ieri sera, nella Questura di Napoli, assistito dall’avvocato Michele Rullo, il padre del 15enne è stato ascoltato per circa un’ora dal pm antimafia di Napoli Henry John Woodcock che subito dopo ha deciso di sentire anche il ragazzo”.

Poco dopo il rilascio, la polizia ha fermato un 24enne napoletano, residente proprio a San Giorgio a Cremano ma nato in Germania. L’uomo, incensurato, è accusato di sequestro di persona a scopo estorsivo con l’aggravante mafiosa. “Il 24enne sottoposto a fermo dalla Polizia di Stato con l’accusa di essere uno dei rapitori del 15enne è stato bloccato dalle forze dell’ordine dopo circa mezz’ora dal rilascio”.

Secondo quanto emerso, il 24enne conosceva probabilmente il padre del ragazzo, un imprenditore attivo in diversi settori, dallo sport alla gestione di un autolavaggio. Inoltre, “sembrerebbe che la famiglia della vittima e i rapitori si conoscessero”.

Ora è caccia ai complici: due i sospettati principali. Intanto, l’avvocato della famiglia Rullo dichiara: “La famiglia dello studente esprime profonda riconoscenza e gratitudine verso polizia e procura per come sono state condotte le indagini”.

Sarah Riera

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