Quando si pensa alla Campania turistica, subito saltano alla mente Napoli, la Costiera Amalfitana, Capri o Pompei. Eppure, esiste un tratto di costa che racchiude bellezza, storia e autenticità, e che troppo spesso resta ai margini delle rotte turistiche più battute: stiamo parlando della Costa del Vesuvio.
Un territorio che va da San Giorgio a Cremano fino a Castellammare di Stabia passando per Portici, Ercolano, Torre del Greco, Torre Annunziata e che offre un mix unico tra mare, archeologia, cultura popolare e paesaggi vulcanici. Una miniera d’oro ancora poco sfruttata.
Il Miglio d’Oro e le ville dimenticate
Tra San Giorgio a Cremano, Portici, Ercolano e Torre del Greco si trova una delle strade più belle e “dimenticate” d’Italia: il Miglio d’Oro. Qui si trovano decine di ville vesuviane settecentesche, un tempo dimore nobiliari, oggi in parte abbandonate o poco valorizzate. Solo poche, come Villa Campolieto o Villa Favorita, sono visitabili. Ma immaginate un itinerario culturale che unisca queste ville con mostre, eventi, percorsi storici e gastronomici. Sarebbe una bomba turistica.
Ercolano e il fascino sommerso della storia
Ercolano è spesso vista come la “sorella minore” di Pompei, ma chi ci è stato sa bene che gli scavi di Ercolano sono un’esperienza intensa e suggestiva. Le case romane sono conservate in modo sorprendente, e si può camminare tra mosaici, affreschi e negozi dell’epoca come se il tempo si fosse fermato. Eppure, a differenza di Pompei, manca una vera e propria rete di servizi turistici all’altezza: pochi hotel, poche guide, pochi percorsi integrati.
Il mare c’è, ma si vede poco
La Costa del Vesuvio ha un rapporto complicato con il mare. Molti tratti costieri sono stati occupati abusivamente o degradati da decenni di incuria. Eppure, qua e là resistono angoli di bellezza: la baia di Oplonti a Torre Annunziata, il porto del Granatello a Portici, la litoranea di Torre del Greco. Se recuperati, questi spazi potrebbero diventare punti di riferimento per un turismo balneare e sostenibile, anche fuori stagione.
Cibo, cultura e autenticità
Chi cerca l’autenticità qui la trova: trattorie familiari con cucina verace, mercati rionali, feste popolari, pescatori che rientrano al porto al tramonto. Il tutto a pochi chilometri da Napoli, ma lontano dal caos e dalle folle turistiche. Eppure manca un vero marchio identitario che metta insieme questi elementi e li promuova come esperienza unitaria.
Cosa manca?
Non è la bellezza a mancare. Mancano:
– infrastrutture turistiche di qualità (alberghi, info point, trasporti integrati);
– una rete di promozione territoriale coordinata tra i comuni;
– maggiore attenzione alla pulizia, alla sicurezza e al decoro urbano;
– una visione di lungo termine che faccia della Costa del Vesuvio una destinazione turistica a sé stante, non solo un punto di passaggio.
Una sfida possibile
La Costa del Vesuvio non ha bisogno di inventarsi nulla. Ha già tutto: storia, natura, cibo, tradizione e autenticità. Serve solo il coraggio di crederci, di investire, di fare rete. E magari anche di raccontarla di più e meglio.
Perché il turismo, qui, non è solo un’opportunità economica. È una chiave per riscattare un territorio, valorizzarne l’identità e offrire al mondo una versione diversa della Campania: meno patinata, ma più vera.
Pietro Nicosia