Quando si pensa alla Campania turistica, subito saltano alla mente Napoli, la Costiera Amalfitana, Capri o Pompei. Eppure, esiste un tratto di costa che racchiude bellezza, storia e autenticità, e che troppo spesso resta ai margini delle rotte turistiche più battute: stiamo parlando della Costa del Vesuvio.
Un territorio che va da San Giorgio a Cremano fino a Castellammare di Stabia passando per Portici, Ercolano, Torre del Greco, Torre Annunziata e che offre un mix unico tra mare, archeologia, cultura popolare e paesaggi vulcanici. Una miniera d’oro ancora poco sfruttata.
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Cibo, cultura e autenticità
Chi cerca l’autenticità qui la trova: trattorie familiari con cucina verace, mercati rionali, feste popolari, pescatori che rientrano al porto al tramonto. Il tutto a pochi chilometri da Napoli, ma lontano dal caos e dalle folle turistiche. Eppure manca un vero marchio identitario che metta insieme questi elementi e li promuova come esperienza unitaria.
Cosa manca?
Non è la bellezza a mancare. Mancano:
– infrastrutture turistiche di qualità (alberghi, info point, trasporti integrati);
– una rete di promozione territoriale coordinata tra i comuni;
– maggiore attenzione alla pulizia, alla sicurezza e al decoro urbano;
– una visione di lungo termine che faccia della Costa del Vesuvio una destinazione turistica a sé stante, non solo un punto di passaggio.
Una sfida possibile
La Costa del Vesuvio non ha bisogno di inventarsi nulla. Ha già tutto: storia, natura, cibo, tradizione e autenticità. Serve solo il coraggio di crederci, di investire, di fare rete. E magari anche di raccontarla di più e meglio.
Perché il turismo, qui, non è solo un’opportunità economica. È una chiave per riscattare un territorio, valorizzarne l’identità e offrire al mondo una versione diversa della Campania: meno patinata, ma più vera.
Pietro Nicosia