Il Teatro Minerva di Boscoreale rischia la chiusura, e si allunga sempre di più la lista delle personalità del mondo dello spettacolo e della cultura che si schierano in sua difesa.

A scendere in campo, ora, sono Corrado Taranto e Giovanni Taranto.

Dai due cugini altrettanti appelli, fortissimi, perché il Minerva possa essere tenuto in vita.

“Far sì che un teatro chiuda in silenzio è chiudere una porta su mille mondi, mille storie, mille attimi di vite che viviamo quotidianamente o avremmo voluto vivere. – commenta Corrado, attore di enorme spessore, figlio di Carlo, e nipote di Nino Taranto – È sbattere la porta in faccia al passato e permettere che esista un presente fatto di sottocultura e pressapochismo. Ed è per questo che io urlo forte il mio NO alla chiusura del Minerva, affinché lo sentano bene tutti, anche quelli che vorrebbero un mondo senza libri, senza musica e senza cultura”.

Il dolore e l’indignazione di Corrado Taranto sono quelli di chi ha teatro, cultura e spettacolo nel sangue, non solo per radici familiari, ma soprattutto per una vita e una carriera di enorme spessore fra cinema, teatro, televisione, fiction, al fianco di tantissimi altri grandi protagonisti e sotto la guida dei più grandi registi.

“Il Minerva deve vivere. Per qualsiasi cosa, presente!” conclude l’attore.

Gli fa eco il cugino, Giovanni Taranto, giornalista, scrittore, ora entrato anche nel mondo della fiction come co-sceneggiatore della seconda serie della fiction “Pompei” della Vulcano Film.

“È inconcepibile lasciare che i caposaldi del sapere e dell’aggregazione sociale vengano lasciati morire. – commenta il papà del Capitano Mariani, protagonista dei gialli pubblicati da Avagliano Editore e arrivati anche nelle biblioteche universitarie oltreoceano – Un teatro, in una terra come la nostra, non è solo un luogo di spettacolo: è un baluardo contro il degrado, contro il dilagare dell’impoverimento culturale. E il Minerva, in questo senso è un esempio di caparbia resistenza contro questo disgregarsi della cultura”.

Un fervore, quello del “nerista” e giallista oplontino, che è ancor più acceso, considerato che le tavole del Minerva le ha calcate più di una volta, in passato, allora componente della compagnia “Boomerang” della quale l’attuale direttore artistico del Minerva. Pino De Caro, fu uno dei fondatori.

Appelli per la sopravvivenza del Minerva erano già arrivati dall’attore Maurizio Casagrande, da sempre vicino alla struttura (“Quando chiude un teatro è un fallimento per tutta la società”), Peppe Barra (“Chiudendo un Teatro chiudete la cultura”), Lina Sastri (“Il Minerva è uno spazio storico che ha un grande valore culturale, da rispettare e conservare con cura”) e Antonella Morea (“Non chiudiamo i teatri, vi prego, salviamo il Teatro Minerva”).

La mobilitazione continua. E si attendono con ansia segnali di una possibile soluzione, che purtroppo, per ora, appare lontana.

Giada Luisa Cirillo

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