Poco dopo le 14 del 26 aprile 2025, la bara di Carmine Parlato è arrivata nella Cattedrale di Castellammare di Stabia, accolta da un commosso silenzio. Il 59enne macchinista Eav, morto nella tragedia della funivia del Monte Faito insieme a tre turisti stranieri, è stato accompagnato dai familiari, con le forze dell’ordine sull’attenti al suo passaggio.
La cerimonia funebre
A celebrare la funzione funebre è stato l’arcivescovo monsignor Francesco Alfano, concelebrando insieme a tutti i sacerdoti di Castellammare di Stabia. Presenti i Gonfaloni dei Comuni di Castellammare di Stabia, Vico Equense e Napoli, a simboleggiare il lutto che ha unito tre città.
Tra i partecipanti figuravano il sindaco Luigi Vicinanza, diversi assessori e consiglieri comunali, tra cui Sandro Ruotolo, e l’amministratore di Eav Umberto De Gregorio. Quest’ultimo, presente tra i colleghi di Carmine, ha scelto di defilarsi evitando i giornalisti.
Un amico di Carmine lo ha ricordato così: «Era più di un amico. Era un super uomo, ha lavorato con passione sulla funivia e anche prima quando stavamo insieme sui pullman. Era appassionato molto di più alla montagna che alla funivia. Lo conoscevo da più di 20 anni».
La lettera di Elvira, la vedova di Carmine Parlato
Al termine della funzione, la vedova Elvira ha letto una lunga lettera, un grido di dolore e di richiesta di verità, che riportiamo integralmente:
«Avete strappato Carmine alla vita, ma lui ora è un angelo. A noi resta il dolore oggi, domani e per il resto della vita.
Sono morte altre persone con lui. Un pensiero va anche a loro, che erano la sua famiglia in quel momento. Questa tragedia merita risposte. Hanno perso la vita chi stava portando il pane a casa e chi stava vivendo un momento piacevole nel nostro Paese. Questo non deve essere solo clamoroso fatto di cronaca nel dimenticatoio, sia un punto di svolta tra passato e futuro.
Mi rivolgo ai suoi colleghi. A chi doveva difendere i dipendenti e viaggiatori, di assumersi le proprie responsabilità, con onestà. Soprattutto per il prima. Quello che è successo non è conseguenza di quel momento. Non possiamo accettare che sia stata una fatalità, che fosse giunta l’ora. No. Carmine e i viaggiatori altrimenti non sarebbero morti. Questo è il mio grido di dolore e giustizia. Chi con negligenza e leggerezza ha messo a repentaglio vite umane ne risponda».
Successivamente, Elvira ha aggiunto:
«Questo mio grido di dolore rappresenta la voce di Carmine, il primo passo a dargli giustizia. Chi si reputa amico e collega sincero deve dimostrarlo con i fatti oltre che con le parole. Carmine, sarò la tua voce, e tu sarai il nostro angelo».
Un dolore che chiede risposte
Durante l’omelia, l’arcivescovo Alfano ha parlato di una tragedia che «ha colpito la famiglia di Carmine e tutto il territorio», auspicando che «il dolore si trasformi in speranza, solidarietà, giustizia, dignità, risalita e rinascita».
Anche il prefetto di Napoli, Michele di Bari, presente in chiesa, ha dichiarato: «Non possiamo far altro che affidarci con fiducia agli organi inquirenti. Attendiamo fiduciosi».
Castellammare di Stabia, Vico Equense e Napoli hanno vissuto insieme una giornata di lutto cittadino, simbolo di una ferita profonda che chiede verità e giustizia.
Tragedia del Faito, funerali e indagini: il dolore di una comunità e la ricerca della verità